Dalla celebre cantina di Pedemonte, l’Amarone della Valpolicella Docg Riserva 2016 Maternigo, un vino di classe, “gastronomico” e dal grande futuro

Quattro secoli di “viva passione e attenta ricerca”.
Lorenzo Tedeschi descrive così, in poche parole, il percorso nel mondo del vino della sua famiglia. Lui che, erede di quattro secoli di storia, sessant’anni fa, nel segno della “passione e della ricerca”, ebbe l’intuizione geniale di vinificare separatamente le uve del vigneto Monte Olmi, dando vita a uno dei primissimi cru della Valpolicella, firmando quello che sarebbe diventato, ed è, uno dei più grandi vini d’Italia e del mondo. 
Ora sono i figli Antonietta, Sabrina e Riccardo, a occuparsi dell’azienda. E da quando hanno preso il timone a oggi, come per il padre e per gli antenati, ogni anno è sempre stato ritmato da “viva passione e attenta ricerca”. 
tre fratelli.jpgCuore a Pedemonte, quasi cinquanta ettari di vigneto in posizione collinare, tra le loro vigne storiche della Valpolicella Classica, spiccano il Monte Olmi (acquistato nel 1918, si estende per 2,5 ettari ad altitudine di 130 metri sopra il livello del mare, con esposizione dei filari a sud ovest) e La Fabriseria (dal 2000, 7 ettari in località Le Pontare a 450 metri sopra il livello del mare con esposizione sud-sud est). Dopo l’acquisto, nel 2006, della Tenuta Maternigo, 84 ettari (di cui 33 a vigneto) tra i comuni di Tregnago e Mezzane di Sotto, nella Valpolicella orientale, con vigne che hanno diverse esposizioni e un’altitudine compresa tra i 290 e i 480 metri sopra il livello del mare. In omaggio a quel Dna famigliare che fa sì che ogni Tedeschi sia un indomito ricercatore, nel 2010 i tre fratelli hanno avviato un lavoro di zonazione e di caratterizzazione dei vigneti della tenuta di Maternigo e della zona Classica.
mappa.jpg“Una strada impegnativa e onerosa – ha detto Riccardo Tedeschi, che dell’azienda è l’enologo  – che però ha permesso di preparare una carta dei suoli, con Maternigo, per esempio, che ha evidenziato l’esistenza di 7 diverse aree con caratteristiche pedologiche proprie per giacitura, terreno, sostanza organica e capacità di drenaggio”.
Nel 2018 un altro passo importante, con la decisione di intraprendere un percorso di certificazione volontaria, ottenuta secondo gli standard Biodiversity Friend ed Equalitas.  Il vero orgoglio di Antonietta, Sabrina e Riccardo, tuttavia, nell’ottica della loro costante attenzione al territorio, la ricerca avviata nel 2017 in collaborazione con il Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona e con il Prof. Maurizio Ugliano sugli studi dei caratteri aromatici delle uve e dei vini da singoli vigneti e sui principali fattori coinvolti nella loro espressione, con un focus sull’Amarone, ma anche sul Valpolicella. Una ricerca che ad oggi è unica nel suo genere, e che nello studiare le diversità non vuole fare una classifica di quelle che sono le zone migliori o peggiori, ma mira a gettare basi solide sulle quali creare diversi stili per produrre prodotti sempre più interessanti e differenziati. Con lo studio che si sta svolgendo sulle due varietà corvina e corvinone, coltivate in cinque diversi vigneti: Monte Olmi e La Fabriseria nella zona classica, Barila, Impervio e Anfiteatro della Tenuta Maternigo nella Valpolicella orientale.
vigneto.jpgIn questi giorni l’opportunità di degustare due gioielli della Tenuta Maternigo (il cui significato è “casa della madre”, poiché in antichità l’edificio fungeva da struttura per l’accoglienza di ragazze partorienti), che ci han confermato che questa proprietà è la nuova, ennesima, sfida vincente dei Tedeschi. Tutt’e due con etichetta che, in forma simbolica, evoca le quattro strade che portavano all’antica proprietà, con il disegno che s’ispira a una vecchia mappa ritrovata all’interno della casa, rendendo omaggio, in modo moderno, alla storia e alle tradizioni del territorio. 

Se il Maternigo Valpolicella Doc Superiore 2017 strappa l’applauso con il suo colore rubino brillante, le sue note di frutta rossa e spezie, il suo sorso che svela struttura e corpo, ma che stupisce per la sua beva che risulta dinamica grazie a formidabile spalla acida, e per il suo finale di sorprendente equilibrio. 
valpolicella-2017.jpgÈ vino che si inserisce senza se e senza ma, nell’aristocrazia dei sommi rossi italiani, l’Amarone della Valpolicella Docg Riserva 2016 Maternigo. Rubino luminoso, brillante, al naso si propone con un bouquet ampio e complesso, con profumi suadenti di frutta, e in particolare amarena, ribes, lampone e prugna, note speziate e di torrefazione, un gusto dove la sua struttura importante è bilanciata in modo mirabile da freschezza e sapidità, per un vino che al palato si esprime con armonia e lunghezza da fuoriclasse. Un rosso lungo e persistente, fruttato e complesso, ma al tempo stesso di rara eleganza, in cui si riconosce, inconfondibile, il marchio dei Tedeschi!
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