Piemonte con tanta Barbera, ma anche Alto Adige e un Molise sorprendente negli assaggi di inizio marzo della nostra redazione
Inizia marzo e continuano gli assaggi della redazione del Golosario in vista dei Top Hundred, che entreranno nel vivo in estate. Raccogliamo qui gli ultimi assaggi, con alcune rilevanti novità nel mondo della Barbera d'Asti, del Valpolicella e dell'Alto Adige. Eccoli.
TENUTA LA GRAZIOSA
di Montegrosso d'Asti (At)
C'è una famiglia intera dietro questa tenuta, una storia di contadini che con l'impegno hanno creato etichette con una loro personalità. Oggi, nei sedici ettari di vigneto di proprietà, puntano decisamente sui vitigni più tradizionali, barbera e grignolino in primis.
Partiamo proprio da quest'ultimo. Il Grignolino d’Asti 2021 è un campione da manuale di Grignolino del versante astigiano: di colore rubino trasparente, ha naso di ciliegia arricchito da una speziatura che conduce verso sentori minerali e di polvere da sparo. In bocca è più rotondo di altri campioni pur mantenendo quella coté leggermente acidula che ci fa dire “Grignolino!” fin dal primo sorso. Il Monferrato Rosso Il Gioiello 2019 a base di uve cabernet sauvignon e merlot, è ben fatto: ha naso complesso, con richiami alla viola e alla mandorla e in bocca è lungo.
La teoria delle Barbera è interessare per saggiare la filosofia della cantina. Si parte con la Barbera d’Asti "La Bimba" 2021, un campione decisamente convincente, dal bel colore viola intenso, i sentori di frutta fresca e mandorla, classici, e in bocca l'acidità viva. Più arrotondati la Barbera d’Asti Superiore "La Famiglia" 2020 e la Barbera d’Asti Superiore "Il Fiore" 2019. Massima soddisfazione per la Barbera d’Asti Superiore Colli Astiani 2018, un campione che ci è piaciuto molto perché capace di esaltare al meglio le potenzialità di questo vino dopo un giusto affinamento. Infatti qui al naso arriva immediata la frutta, che però è una frutta sotto spirito, con accanto la polvere da sparo e in bocca la giusta acidità accompagnata dalla speziatura sul finale.
I VIGNETI DI DANTE
di Mongardino (At)
Questa piccola azienda agricola situata all'ingresso di Mongardino è condotta da Paolo Pregno, che ha dedicato il suo progetto agricolo al padre Dante. Punta sui vini classici del territorio (la Barbera) ma i bianchi lo solleticano. E si sente. L'assaggio dello Spumante Brut Ghitina, da uve chardonnay e moscato, ce lo conferma. Si tratta di un vino ben fatto, dal colore paglierino, dalla bolla ricca, con naso floreale e di mela gialla che ritorna molto nel retrogusto. Finale che vira sul dolce.
La Barbera d’Asti Vigna San Vincenzo 2020 è il vino bandiera perché Mongardino rappresenta un'enclave nel mondo della barbera. Vino che fa scuola con naso pulito di mora, viola e fragola con una leggera nota caramellata. In bocca ha corpo e la giusta acidità. Interessante anche il Vino Rosso da Uve stramature Bruma che nel nome evoca già l'uvaggio, nebbiolo per l'appunto. Naso decisamente speziato con profumi di chiodi di garofano e un leggero smalto, in bocca ritorna a imporsi l'anima speziata, lunga nel retrogusto. Da provare anche il Mosto Parzialmente Fermentato Bianco Nereis Dolce Tentazione, dolce, di buona acidità e dai profumi di polpa fresca di pera.
CASCINA BANDIERA
di San Sebastiano Curone (Al)
Bisogna proprio andarsela a cercare questa cantina, inerpicandosi su per la collina dove un tempo sorgeva una delle torri di avvistamento che segnavano la strada verso Milano. Qui il vino è una sorta di biodinamico duro e puro, per nulla fighetto. Un biodinamico che nasce da una vigna ripida in mezzo ai boschi. Niente artifici quindi, vini dalle grandi potenzialità, ma purtroppo anche i rischi di un approccio di cantina che talvolta mette i bastoni tra le ruote al prodotto finito. Anche questa volta luci abbaglianti e qualche ombra non sono mancati. Eccellente il Vino Bianco Sansebastiano da uve chardonnay, che al naso ci porta tra i frutteti con la pesca di Volpedo matura e il miele. In bocca è diretto, di corpo, speziato, ficcante sapido. Il Campetti Derthona 500 è la loro interpretazione del Timorasso. Di colore orange velato, ha un naso incisivo profondissimo; qui ci sono note di té e poi di idrocarburi, quindi sentori minerali, frutta macerata, albicocca. In bocca ha corpo, è sapido, tannico, ma purtroppo un'acidità scomposta che non permette di godere appieno di quello che poteva essere un grande bicchiere. Il vino rosso Castelvero a sua volta fa grandi promesse con un naso di note speziate e sottobosco, foglie secche e vermut, con un'eleganza che solo alcuni vini da uve pinot nero sanno avere. In bocca non trova invece l'equilibrio di cui avrebbe bisogno, sempre per questa acidità che non si compone. Un altro vino potenzialmente grandissimo: da riassaggiare.
PODERI MORETTI
di Monteu Roero
https://www.ilgolosario.it/it/poderi-moretti-sd00689
Siamo in Roero e più precisamente a Monteu, per (ri)assaggiare i vini di una cantina che conosciamo da tempo. La selezione inviata comprende uno dei vini bandiera del territorio, il Roero Arneis che in questo caso è declinato nell'etichetta San Michele 2021, un vino difficile, con naso complesso che presenta sentori minerali spiccati. Il Roero Occhetti 2017 è il campione per eccellenza della cantina e ci fa intravedere cos'è il nebbiolo da questa parte del Tanaro. La speziatura è ricca, appoggiata su prugna e liquirizia. In bocca ha corpo e tannino che ancora scalpita.
SEPPI WEINGUT
di Caldaro (Bz)
Caldaro è uno dei borghi più belli dell'alto Adige ma soprattutto è una delle capitali del vino a queste latitudini. Quest'azienda agricola nasce da una tradizione di famiglia che si è concretizzata in una vera e propria attività agricola a partire dal 2002 con la guida di Werner Seppi che ha puntato fin da subito sull'agricoltura biodinamica. Dal 2016 la decisione di creare un proprio marchio e una linea di etichette che si contraddistinguono – rara avis tra i vini cosiddetti naturali – per pulizia ed equilibrio.
Il Sudtiroler Weisser Burgunder Setaria 2021 ha naso molto elegante, inizialmente tenue con l'eco di un prato fiorito per poi aprirsi alle foglie di the e alla radice di liquirizia. Un grande Pinot bianco che anche in bocca è ampio, scalare, speziato. Il Südtiroler Gewurtztraminer Panicum 2021 ha la potenza di questo vitigno, che esprime in un naso ricco di frutta tropicale (la papaya), il miele, gli idrocarburi e il peperone. In bocca è caldo, avvolgente, speziato con un residuo dolce deciso ed evidente. Il Sudtiroler Sauvignon Preyda 2020 conferma la bravura di questo vignaiolo a trovare vere e proprie sinfonie olfattive che qui lasciano da parte il bosso (insomma la pipì di gatto) per puntare sulla coté aromatica, di origano fresco. In bocca invece prevale la parte amaricante.
Ma in Alto Adige dobbiamo citare altri due recenti assaggi, d'eccellenza. Il Sudtirol Pinot Bianco Quintessenza 2020 della Cantina di Caldaro, un vino elegante, dalla tenue balsamicità, ma in bocca non così ampio come al naso.
Il Pinot Noir Riserva Sudtirol Alto Adige Aton 2018 di Elena Walch, un'etichetta leggendaria per un vino che rappresenta la perfezione del pinot nero in Alto Adige. Naso balsamico, con note di polvere da sparo e leggero goudron. In bocca ha acidità, tannino e una speziatura finale che aggiunge elegante. Un grandissimo vino che trova l'unico suo difetto nella perfezione, da manuale dei grandi rossi.
SOCIETà AGRICOLA PICCOLI DANIELA
di Parona (Vr)
Una cantina di famiglia che è cresciuta alla grande anche grazie all'arrivo della nuova generazione rappresentata dalle sorelle Veronica e Alice che hanno affiancato i genitori Daniela e Tiziano. Nei dieci ettari di vigna che a circondano a raggiera la proprietà posta sulla cima di un colle sono coltivati i vitigni caratteristici della Valpolicella. Da questi nascono il Valpolicella Zefiro 2020, un rosso di classe, che ha naso di peperoncino verde e in bocca è pieno, caldo. Il Valpolicella Superiore Rocolo 2018 è perfettamente coerente con l'assaggio precedente. La speziatura di peperoncino permane ma si appoggia su un tappeto di fiori e vaniglia. L'Amarone della Valpolicella La Parte 2015 è semplicemente grandissimo: ha naso di noce e smalto leggero, frutta rossa e essenza floreale, in bocca è verticale, scalare, speziato e con un finale amaricante come per definizione dovrebbe avere un Amarone.
TENUTA MARTAROSA
di Campomarino (Cb)
Siamo ad assaggiare i vini di una cantina che è già stata nostro Top Hundred con il Fiano del Molise e che questa volta vuol portare alla nostra attenzione l'interpretazione del Tintilia. Peccato, ci viene da dire. O meglio peccato averla già premiata perché entrambi i campioni assaggiati sarebbero da Top e in qualche modo li evidenzieremo anche quest'anno. Sia il Tintilia del Molise Rosato 2021 con un delicato colore cipolla, naso di petali freschi di rosa, in bocca elegante, di acidità vibrante. Un rosato come se ne assaggiano pochi. Il Tintilia del Molise 2020 rende onore alla grandezza di questo autoctono: naso di piccoli frutti con un'anima vulcanica. In bocca è elegante, vellutato con una bella speziatura.
TRA GLI ALTRI ASSAGGI
Cantina Rasore, azienda di Tagliolo Monferrato che si fa notare per la Barbera del Monferrato La Viola 2021 che si mostra di colore impenetrabile, ha naso di mora e frutta sotto spirito con una mandorla ricca, intensa. In bocca è piena, di buona acidità, speziata: una Barbera come piace a noi, di quelle che non si vorrebbe mai finire di bere.
Altro campione sorprendente l'Etna Rosso Kephas 2019 dell'azienda agricola Antonio Di Mauro di Piedimonte Etneo (Ct). Al naso c'è il melograno, con la mineralità tipica dei campioni etnei, in bocca ha la giusta acidità, il tannino levigato in un sorso ricco, pieno.