Dalle Barbera del Piemonte ai Nebbiolo lombardi fino ai Bianchi campani

DE ALESSI

Dominante fra le colline del Monferrato tra Casale ed Alessandria la Tenuta San Sebastiano è situata nel comune di Lu Monferrato, località di antiche origini diventata nota anche come paese dei canonici (500 vocazioni, record da Guinnes dei primati) e della nocciola, dove la crescita dei noccioleti ha spesso significato un arretramento dei vigneti. Questa azienda però va in controtendenza, estendendosi per 10 ettari coltivati principalmente a vite. Ed è una fortuna perché il titolare, Roberto De Alessi è un campione dei vitigni più rappresentativi del territorio, pur non rinunciando a innovare.
Il Vino Spumante Metodo Classico Extra Brut da uve pinot nero e chardonnay è la sfida raccolta negli ultimi anni e che ora è sfociata in un vino completo: di colore oro tendente all’ambra, ha note fruttate di ramassin e frutta secca, in bocca ha una bolla viva, acidità ben presente e finale leggermente amaricante. Il Monferrato Bianco Disdot 2018 è invece ottenuto da uve sauvignon, ma vira su un'interpretazione del vitigno dove a emergere saranno la speziatura e le polveri da sparo, solo in un secondo momento emerge la parte di erbe aromatiche tipica del vitigno. In bocca è rotondo con un’acidità importante. Il Monferrato Rosso Capolinea 2017, considerato il nome che porta, è sicuramente un bel punto di arrivo per un nebbiolo del Monferrato, che al naso ha la finezza del ginger e della liquirizia e in bocca un tannino fine. Infine come non citare il suo cavallo di battaglia, la Barbera del Monferrato Superiore Mepari, dedicata al padre, che nell'annata 2018, si conferma una Barbera autentica, rustica per certi versi, ma con un naso profondo dove a emergere sono soprattutto le note floreali. Iconico come sempre il Grignolino Monfiorato 2015.
De Alessi - Tenuta San Sebastiano - Lu Monferrato (Al) - tel. 0131741353dealessi.jpg

LIEDHOLM

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Il cognome non mente: è quello del "Barone" Nils Liedholm, uno dei più grandi giocatori di calcio svedesi e allenatore di Milan e Roma che ha lasciato il segno anche fuori dai campi di calcio, con l'acquisto nel 1973 di tenuta Villa Boemia a Cuccaro Monferrato dove pochi anni dopo ha iniziato a produrre vini. Oggi la proprietà è passata a una nuova società, ma resta forte l'imprinting delle origini e la scelta di puntare con decisione sui vigneti caratteristici del territorio, a iniziare da grignolino e barbera.
Il Grignolino del Monferrato Casalese 2020 si conferma un esempio didascalico: di colore rubino scarico, al naso ha piccoli frutti e pepe, in bocca mostra la giusta acidità, con un finale ammandorlato, tannico. Davvero un ottimo esemplare. Bravi! La Barbera D’Asti 2018 è molto gradevole: di colore porpora, intenso, al naso è fruttata, come un cesto di ciliegie, mentre in bocca si conferma piena, polposa. Due vini espressivi del Monferrato, i migliori di sempre ci verrebbe da dire, essendo Paolo Massobrio il primo che nel 1986 intervistò il Barone per al rivista Barolo&Co.
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ANTICA ENOTRIA

Quella di Antica Enotria è una storia di sostenibilità e di famiglia. L'azienda nasce nel 1985 quando Raffaele Di Tuccio e sua moglie Antonia acquistano un'antica masseria nobiliare a Cerignola che già nel 1993 si converte al metodo di coltivazione biologico e a partire dagli anni Duemila investe anche nel settore delle conserve, con successo, che procedono parallelamente alla cura dei vigneti e alla messa a dimora di nuove viti che guardano soprattutto alla valorizzazione del terroir pugliese con fiano, falanghina, negroamaro, nero di troia. 
Fiano 2021 e Falanghina 2021 puntano sulla piacevolezza, con un naso che vira sulle note dolci, quasi di caramella, e in bocca una piacevole freschezza. L'Aglianico 2017 si dimostra equilibrato, al naso ha profumi verdi, di foglia di pomodoro, e un netta spolvertata di pepe. Il Negroamaro 2019 al naso è agrumato con profumi che ricordano il chinotto, in bocca è ampio, ricco, con un sorso generoso. La teoria dei Nero di Troia si dimostra interessante a cominciare dal Rosato Contessa Staffa 2021 che al naso è ciliegia netta e in bocca quasi una chiusura dolce. Il Nero di Troia Puragioia 2019 cresce di intensità con profumi verdi che ricordano il mallo di noce mentre in bocca ha un tannino ruvido, verde. Infine il Nero di Troia Il Sale della Terra 2017 nella parte olfattiva va affinandosi con profumi che arrivano alla liquirizia e in bocca un tannino levigato.
Antica Enotria - Az. Agrobiologica in Puglia - Cerignola (Fg) - tel. 0885418462antica-enotria.jpg

ALABASTRA

Alabastra è invece la storia di Angelo Antonio Valentino e Lucia Pintore, enologo lui e sommelier di vaglia lei, che insieme decidono di far nasce un loro vino sui terreni di Cesinali (Av). L'azienda è giovane: nasce nel 2016 dopo anni di ricerca sul territorio e microvinificazioni. L'idea è quella di avere vini fortemente caratterizzati, capaci - soprattutto per i bianchi - di evolversi nel tempo.
Il Fiano di Avellino Alania 2018 esemplifica perfettamente questa filosofia: di colore giallo che tende all’oro, ha profumi di dattero e frutta secca, una speziatura che guarda all'Oriente. In bocca ha corpo, è rotondo con una sapidità marcata. Il Greco di Tufo Astralea 2018 rispecchia alla perfezione lo stesso percorso: riesce a far emergere la parte più selvatica del Greco di Tufo, con le note di sottobosco che vanno ad accompagnare quelle fruttate, con una sensazione finale quasi di cipria. In bocca è secco con un finale amaricante. Grande il Taurasi 2016 che dal punto di vista olfattivo lascia emergere la speziatura diffusa e il profumo di caffelatte mentre in bocca è pieno, rotondo.
Alabastra Cantine Pintore & Valentino - Cesinali (Av) - tel. 0825 666740alabastra.jpg

PEDEMONTIS

Siamo a Priocca d'Alba in un'azienda che sta facendo della sua immersione nell'ecosistema il marchio di fabbrica. Qui convivono il bosco e la sua gestione, le tartufaie, i noccioleti e la vite, con la convinzione che senza le une non potrebbero esistere le altre. Un'idea vincente contro quello che per anni è stato il rischio dell'appiattimento del paesaggio e della monocultura in Langa. La prima volta ci erano piaciuti i bianchi, questa volta invece a colpirci sono stati maggiormente i rossi a cominciare dalla Barbera D’Alba Superiore Betlem 2020, che si distingue al naso per i profumi di erbe officinali, mentre in bocca lascia briglia sciolta all'acidità. Altrettanto interessante il Nebbiolo D’Alba Ruvaj 2020 che ci ammalia con i suoi profumi di cannella e mela cotta e in bocca un tannino da manuale.
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TORRE SAN QUIRICO

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La storia di questa cantina è quella di un progetto unico: valorizzare un pregiato cru della provincia di Varese attraverso il nebbiolo. La Vigna Grande, infatti, era già inserita nel catasto di Maria Teresa d’Austria e dagli anni Duemila la famiglia Fornasetti ha deciso di dedicarla al nebbiolo che sarà commercializzato in purezza con l'etichetta Sommo Clivo.
In una seppur ristretta verticale sono emersi due campioni: il Nebbiolo Cru Sommo Clivo 2013 che ha naso franco, profondo, con cenni di ginger e un tannino deciso, il Nebbiolo Cru Sommo Clivo 2012 che abbina un naso austero a una nota tannica pronunciata e il Nebbiolo Cru Sommo Clivo 2011 che con il campione precedente condivide la parte tannica ma al naso si differenzia per la mineralità, con una grafite che va a aggiungere finezza alla viola.  
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Infine da segnalare l'assaggio del Terre di Cosenza Magliocco VI SECOLO 2017 di Magna Graecia di Spezzano della Sila (Cs) che si presenta di un bel colore rosso porpora con unghia tendente al viola, al naso spiccano le note agrumate e di frutta secca e in bocca è pieno, tannico. 

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