Con l'uscita della pubblicazione "Vino in Alto Adige: storia e identità di un territorio vinicolo d’eccellenza"
L’Alto Adige si prepara a vivere da protagonista l’edizione 2025 del Salone internazionale del vino e dei distillati in programma a Verona dal 6 al 9 aprile: quest’anno si celebreranno i 50 anni della Denominazione di Origine Controllata Alto Adige, mezzo secolo che ha visto i vini altoatesini conquistare sempre più spazio tra appassionati e professionisti.
Novanta produttori presenteranno le nuove annate, ma non solo: l’occasione sarà anche un tuffo nella storia della DOC, tra traguardi raggiunti e nuove sfide per il futuro.
Grande attenzione sarà dedicata al progetto di “zonazione”, partito ufficialmente con la vendemmia 2024. Si tratta di un sistema che valorizza le diverse aree di produzione, mettendo in evidenza in etichetta le singole sottozone e rendendo i vini ancora più legati al loro territorio, con tanto di pittogramma in etichetta. Un modo concreto per raccontare l’unicità dell’Alto Adige.
Non mancherà poi un’attenzione particolare al tema dell’enoturismo, sempre più strategico per il Consorzio, che punta a rafforzare il legame tra vino, paesaggio e accoglienza, elementi chiave di un’offerta che negli anni ha saputo farsi notare ben oltre i confini regionali e che vengono ben riepilogati nel Golosario Wine Tour 2025, prossimo all’uscita.
Un libro celebra i 50 anni della DOC Alto Adige: storia, identità e successo
Ma non è tutto: in occasione di questo traguardo, è stata recentemente presentata a Milano, nella prestigiosa cornice di Palazzo Bagatti Valsecchi, la pubblicazione Vino in Alto Adige: storia e identità di un territorio vinicolo d’eccellenza. Il risultato di un progetto corale che racconta la storia, le peculiarità e l’evoluzione di una delle regioni vitivinicole più affascinanti d’Europa. Il volume, realizzato dal Consorzio Vini Alto Adige, nasce dall’esigenza di colmare un vuoto editoriale per offrire (finalmente) un’opera completa sulla viticoltura altoatesina.
Un impegno che ha coinvolto, nell’arco di tre anni di lavoro e ricerche, ben 40 esperti – di cui 38 altoatesini – chiamati a raccontare da diverse prospettive il profondo legame tra il vino, il territorio e la cultura locale, contribuendo a definire l’identità enologica dell’Alto Adige nel contesto europeo.
Alla presentazione ufficiale hanno preso parte Kathrin Werth, coordinatrice del progetto editoriale, Andrea Kofler, presidente del Consorzio Vini Alto Adige, ed Eduard Bernhart, direttore del Consorzio.
Oltre alla ricchezza dei contenuti, il volume colpisce anche per il suo pregio estetico, dalla copertina abbellita con inserti di lino, alle raffinate selezione di immagini che accompagnano piacevolmente il lettore in un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio.
Il libro è strutturato in cinque sezioni tematiche che affrontano in modo approfondito la geologia e il clima del territorio, la storia della viticoltura altoatesina, l’evoluzione della produzione e dei consumi, il ruolo del vino nell’arte e nella cultura locale e, infine, l’economia vinicola e i suoi protagonisti. Spazio meritato viene dato anche alle caratteristiche uniche dell’Alto Adige, che si distingue per la straordinaria varietà di suoli, microclimi e tradizioni vitivinicole: dall’atmosfera mediterranea dell’Oltradige e della Bassa Atesina, passando per Bolzano, fino ai vigneti di alta quota della Valle Isarco e della Val Venosta: ogni zona racconta una storia diversa. Una biodiversità che negli anni ha saputo evolversi: infatti, se quarant’anni fa l’80% delle uve era destinato a vini rossi, oggi il 64% della produzione riguarda i bianchi come Sauvignon, Chardonnay, Pinot Bianco e Gewürztraminer, testimoni di un cambiamento che ha saputo valorizzare le peculiarità del territorio, mantenendo sempre elevati standard qualitativi e rispondendo alle nuove tendenze del mercato.
Il futuro della viticoltura altoatesina: il ruolo delle UGA
Il settore vitivinicolo della regione punta all'innovazione con obiettivi ambiziosi. Dal 2024 entrerà in vigore un progetto di zonazione che introdurrà 86 unità geografiche aggiuntive (U.G.A), suddivisioni territoriali che identificano con maggiore precisione l'origine dei vini, garantendo una maggiore trasparenza per i consumatori e un rafforzamento del legame tra vino e territorio. Questa suddivisione permetterà di valorizzare ulteriormente le peculiarità di ogni area produttiva, sottolineando le caratteristiche distintive di ciascun terroir.
Il Consorzio Vini Alto Adige ha inoltre lanciato l'Agenda 2030, un programma per garantire la sostenibilità della viticoltura locale con l’obiettivo di promuovere pratiche agricole ecocompatibili e valorizzare le cooperative che producono circa il 70% del vino altoatesino, dimostrando che sostenibilità e qualità possono coesistere.
Vino e cultura: un connubio indissolubile
Già Goethe, nel suo Viaggio in Italia del 1817, descriveva con ammirazione le pergole di viti che adornano le colline, carezzate dall’Ora del Garda, un vento che dà vita a un perfetto equilibrio tra natura e tradizione in un’armonia che, ancora oggi, continua a definire il carattere distintivo del vino altoatesino.
Vino in Alto Adige: storia e identità di un territorio vinicolo d’eccellenza non è solo un racconto della viticoltura, ma un viaggio profondo nel cuore di una regione che ha fatto del vino una componente essenziale della propria identità, esplorando la connessione tra il vino e ogni aspetto del paesaggio, della cultura e della società locale.
Dalle cantine all’avanguardia – ad esempio di Bolzano, Kurtatsch, Kaltern e Tramin – al ruolo del vino nelle tradizioni locali e nella letteratura, l’opera svela come questa bevanda sia stata protagonista di un’evoluzione che ha segnato profondamente il territorio, con un occhio di riguardo per i protagonisti di questa storia: enologi, produttori, sommelier, che con il loro lavoro contribuiscono ogni giorno alla fama di questi vini. Il volume è dunque un omaggio alla tradizione, ma anche un punto di partenza per riflettere sul cammino futuro del settore. In questi cinquant’anni di vita, grazie al lavoro dei viticoltori e delle cooperative, (assolutamente da tenere d’occhio per il livello qualitativo dei loro vini!) l’Alto Adige ha conquistato il palcoscenico internazionale, diventando sinonimo di eccellenza, simbolo di una perfetta sintonia tra uomo, natura e cultura, destinato a vivere un futuro di continua innovazione e successo.