Le anagrafiche
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Da leggere sul Corriere della Sera di sabato l'articolo di Serena Guidobaldi dedicato a Riccardo Riccardi conte di Santa Maria di Mongrando che comincia citando proprio uno scritto pubblicato su Papillon: «Al Cardinal Biffi che, il 4 marzo di quest'anno affermava: "il nuovo Anticristo sarà vegetariano, pacifista, buonista e aperto al dialogo" vorrei permettermi di suggerire di aggiungere alla definizione anche la voce "e quel che è peggio astemio. Così il Conte Riccardo Riccardi di Santa Maria di Mongrando profetava nel 2000 sulle pagine di Papillon e a distanza di 23 anni nel pieno della polemica sull'etichettatura del vino come "fortemente nocivo alla salute, si sente l'assenza della penna affilata, elegante e colta di questo nobile piemontese di vecchio stampo, impastato di Langa, con la bianca croce di Savoia sul giustacuore dell'anima".
L'agricoltura non è messa in crisi dal cambiamento climatico, anzi "dal 1961 le quattro principali colture - frumento, mais, riso e soia - hanno incrementi di rese del 3% annuo". Parola del professore di Agronomia all'Università di Brescia Luigi Mariani che su LaVerità si mostra critico sugli allarmi climatici ("sono ingiustificati, le catastrofi meteorologiche sono in calo da 20 anni") e promuove semplicemente un intervento più incisivo sul calo delle precipitazioni. Di fronte alla siccità è necessario un utilizzo più efficiente dell'acqua irrigua e dello stoccaggio delle piogge nel semestre invernale: "In Italia piove un ben di Dio oggi in gran parte sprecato se pensiamo che solo l'11% dell'acqua piovana viene trattenuta per i diversi usi, mentre il resto finisce in mare. S'impone oggi un ripensamento complessivo del sistema di stoccaggio delle acque". @ A questo punto, chissà se basterà il "piano laghetti", un progetto di potenziamento dei piccoli invasi fermo da decenni. Le risorse del PNRR dovrebbero servire anche a questo: 7,5 miliardi per finanziare nuovi invasi e ristrutturare quelli esistenti per un incremento del 10% della capacità di raccolta. (Libero)
Siamo tutti nati per contare. O, almeno, per distinguere fra quantità basse e alte. Lo spiega sulle pagine de IlGiornale il neuroscienziato Giorgio Vallortigara che porta l’esempio del mondo animale dove api, pesci, uccelli, leonesse ma anche pulcini di pochi giorni possiedono delle capacità aritmetiche. A queste avrebbe fatto seguito l’invenzione culturale e più strettamente umana della matematica.
Riferendosi all’episodio dell’influencer americana che ordina un cappuccino insieme alla pasta e fa così inorridire il cameriere; Dario Vergassola invoca uno “Chef Guevara” che arrivi a liberarci dalla dittatura gourmet. E questo perché secondo lui oggi esiste un’ortodossia culinaria per la quale si viene puniti ogni volta che si commette una piccola devianza a tavola. Ci porge dunque una domanda semplice, ma per farci riflettere: “e se ognuno nel 2023 mangiasse il cacchio che gli pare?”
"Non è stata l'Apocalisse a Milano, l'altra notte ma è stato qualcosa che molti milanesi anche anziani non avevano mai visto. [...] Il modo di questa tempesta su Milano era diverso. Aveva un sapore nuovo, sgradevole. [...] Sul nostro ardito skyline di grattacieli spavaldi, in questa notte di luglio, un filo di paura. Come nel dubitare, per un istante, di non essere in verità padroni di niente” (Marina Corradi su Avvenire)
In occasione della 28^ conferenza sul clima delle Nazioni Unite (da domani a Dubai), Carlo Petrini in un approfondimento su La Stampa si sofferma sul modello agroindustriale che sta uccidendo la biodiversità e commenta: “Produzione e trasporto di ciò che finisce sulle nostre tavole è responsabile del 35% delle emissioni e quindi del cambiamento climatico”.
"Dio vuole la gioia dell'uomo, vuole che la festa continui e più ancora che ballare ama vedere gli uomini ballare". Da leggere sul Corriere della Sera di oggi Alessandro D'Avenia che citando Dostoeskij interviene sul significato del miracolo di Cana e della trasformazione dell'acqua in vino. Un tema ribadito anche nell'ambito del Club di Papillon con la promozione del recital teatrale Accadde a Cana, firmato da Luca Doninelli.
La lasagna è una ma viene declinata in maniera diversa nelle regioni d'Italia spaziando da quella bolognese ai vincisgrassi. Talmente celebre che le è stato dedicato un giorno di festa, il 29 luglio. E se le radici della ricetta affondano nell’Antica Roma, oggi è simbolo di una identità nazionale della cucina italiana, anche all’estero.
"Alla performance gastronomica preferisco la soddisfazione del cliente. La cucina è impegnativa ma da un paio d'anni è più facile trovare personale". Così lo chef Stefano Terigi, fresco di rinuncia alla Stella Michelin, intervistato da Carlo Cambi su LaVerità.
Quello di oggi è espresso da Massimo Fini, che sul Fatto Quotidiano si lega alla notizia delle iniziezioni proposte dal governo inglese a contrasto dell’obesità per parlare di bulimia, intesa non solo come bulimia di cibo, ma di cose. “La bulimia di cibo - scrive - è un prodotto della prosperità. In qualsiasi campo noi vogliamo di più, sempre di più, sempre di più. Eppure il lockdown avrebbe potuto insegnarci che di molti bisogni, e quindi di prodotti, potremmo fare tranquillamente a meno. Ma l’attuale sistema vuole che si produca il più possibile per consumare il più possibile. Anzi, siamo arrivati al paradosso che non consumiamo per consumare, ma consumiamo per poter produrre”.
Continua a far discutere il simpatico siparietto di enogastronomia politica tra la premier Meloni che pochi giorni fa aveva parlato di “sinistra al caviale” e l’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani che posta la sua foto a una cena elettorale a Perugia mentre mangia pasta al ragù. A tal proposito è da leggere la riflessione oggi sulla Stampa a firma di Mattia Feltri che riprende una frase di Livia Aymonino, manager nel mondo della comunicazione e brillante autrice di libri di cucina: “Non sia mai, spiegò, che si consideri gauche caviar solo un banale modo di dire (intanto che lei preparava le tartine, suonavano alla porta Massimo D’Alema e Eugenio Scalfari). La spiegazione era di una logica deliziosa: i comunisti, disse, si dividono in due categorie, quelli che mangiano i bambini e quelli che mangiano il caviale; noi mangiamo il caviale. Poi rimangono frugalità e ipocrisia da crepuscolo”.
“Resto persuaso che l’alta cucina continuerà a esistere perché è una risorsa indispensabile di formazione e di ricerca . Il processo è esattamente quello dell’alta moda: la haute couture è la locomotiva che traina un’intera industria”. Parola di Alain Ducasse intervistato da Andrea Cuomo su IlGiornale.