Sulla riviera di Chiaia, questo ristorante raffinato ma informale, che vi lascerà il desiderio di tornare presto
Situato a Napoli sulla riviera di Chiaia a poca distanza dalla prestigiosa boutique divenuta famosa in tutto il mondo per le sue cravatte, il Cru… do rè (piazza Vittoria, 11 - tel. 0817645295 - www.crudore.it) vi consentirà di pasteggiare alternativamente a uno dei pochi tavoli disposti al suo interno o in quelli invece collocati nell’antistante dehors. Il contesto, pur elegante e raffinato, risulterà informale e vi farà sentire a vostro agio.
Dalla cucina a vista arriveranno portate tutte puntate su materie prime di qualità decisamente elevata e, laddove si uscirà dal crudo, elaborate con vera maestria e creatività.
Anche il vino, la cui carta per ragioni di scaramanzia non andrà oltre le 999 etichette, sarà una sorpresa: l’offerta sarà ampia e oculata per quanto riguarda sia le produzioni locali sia quelle nazionali e internazionali. E soprattutto, in questo locale “deprosecchizzato”, accanto alle etichette di Champagne delle più prestigiose maison di Francia, potrete scoprire i sapori inediti delle bollicine d’Oltralpe declinate da piccoli produttori impegnati in un costante lavoro di ricerca. Lasciatevi consigliare direttamente in merito dal giovane patron Gianni Lotti che, se lo vorrete, sarà orgoglioso di mostrarvi la sua fornitissima cantina.
Il servizio, veloce e efficiente, sarà rispettoso dei vostri tempi e saprà farvi trascorrere senza fretta una sosta enogastronomica che a noi ha lasciato il desiderio di tornare presto.
Ad arrivare per primi in tavola, subito dopo l’acqua, sono stati degli irresistibili grissini, immediatamente divenuti l’inequivocabile indizio di una serata sul punto di prendere la giusta piega. E dopo l’appetizer, un croccante hamburger di tonno con crema di zucca accompagnato da un calice di bollicine in grado di valorizzarlo al massimo, a sedurci sono due degustazioni di crudo capaci di attestare della freschezza di pesci e crostacei su cui il locale punta: l’avvolgenza delle ostriche, il sapore del baccalà, l’originalità della capasanta, la delicatezza della spigola e la forza del salmone selvaggio, accompagnati da una morbida vinagrette di champagne e da verdure fresche e croccanti, hanno tuttavia rappresentato solo l’inizio di un momento goloso memorabile.
A mostrarci tutta la capacità dello chef e della sua brigata di cucinare davvero i piatti, sottraendosi all’ormai sempre più imperante tendenza ad “assemblarli”, sono stati i due primi: entrambi spaghetti, gli uni alla bottarga e puntarelle e gli altri all’aglio olio cannolicchi e polvere di friarielli, capaci tuttavia di dar vita a due differenti universi radiosi.
Estremamente efficace il gioco di contrasti tra il moscardino fritto, salato e molto caldo, e il purè di patate, sciocco e quasi freddo, che lo accompagnava.
Da urlo il cannolo scomposto e, tra i migliori bevuti a Napoli, per intensità ed eleganza, il caffè. Prezzi congrui all’esperienza che vivrete.