Una bella novità a Torino, in posizione strategica e a prezzi invitanti
Il mondo gastronomico torinese pullula di novità, nuove aperture, chef che vanno e vengono, locali che si trasformano, pizzerie sempre più gourmet. Ma una recente apertura con la sua filosofia di conduzione ci ha colpito in modo particolare e vorremmo condividerla.
Parliamo di Almondo Trattoria in piazza Gran Madre subito dopo il GranBar, di lato alla suggestiva chiesa ottocentesca della Gran Madre di Dio.
Almondo è sinonimo di tante suggestioni, come far star bene il mondo o come stare al mondo, come cucinare il mondo, benché il suggerimento della gentile signora, che non gradisce essere nominata ma la cui presenza in sala è segno dell'indiscutibile stile del locale, è che il significato profondo di quel nome non è altro che la sintesi di quello che è l'obiettivo precipuo del locale: uno staff da tutto il mondo (inteso come Italia) che, in sinergia ed armonia, attraverso i piatti di tutto il mondo Italia, vuole far star bene tutto il mondo (questa volta inteso come mondo intero).
Lo chef Francesco è umbro ed ha avuto varie esperienze: le ultime al Cambio e il suo staff lavora con lui in perfetta armonia condividendo la filosofia del locale deciso a proporre il meglio dei piatti simbolo dei territori gastronomici più importanti d'Italia.
Il variare continuo del menu permette di spaziare tra le curiosità e le eccellenze gastronomiche italiane più caratteristiche. Lo dimostrano i piatti assaggiati ove, vicino al nostro classico vitello tonnato,
troviamo l'umbro brustengo con crudo di Norcia e pecorino, dove a contrapporsi alle lumache di Cherasco troviamo le sarde in saor, e alla toscana pappa al pomodoro si appaia il cappon magro, vera chicca della cucina ligure forse reinterpretato troppo liberamente per un ortodosso come il sottoscritto.
Applausi per un brandacujun sempre dalla Liguria, veramente ottimo. Questo solo per gli antipasti.
Tra i primi citiamo solo la pasta con le sarde e le orecchiette di grano arso con cime di rapa, ma assicuro che altri piatti tentatori completano la scelta.
Tre citazioni tra i secondi: carpione alla piemontese, cozze alla tarantina, trippa alla toscana e tocco ligure. Davvero tanta Italia si può sentire ben rappresentata.
Detto che il vegano o il vegetariano non digiunerà e non sarà costretto a cambiar locale, detto che la cordialità e la serenità si percepisce in sala e spinge a indugiare al tavolo oltre il previsto, detto che i tavoli ben spaziati permettono la giusta intimità, non resta che sottolineare che in stagione il dehors esterno gode di un colpo d'occhio di grande fascino.
A ragion veduta la Trattoria Almondo entra a buon diritto a far parte di quel gruppo di cosiddette trattorie moderne (o trattorie di lusso come le chiamiamo noi) che oggi fanno ricca la gastronomia torinese.
Portato lì da amici che la buona cucina la amano quanto me, mi sono compiaciuto della bella novità e quella trippa la ricorderò a lungo, ma la prossima volta mi concentrerò su altre preparazioni che molto già mi tentano. Da rimarcare che è uno dei pochi locali aperti a pranzo in centro con una tale posizione strategica.
Che dire poi dei prezzi? Davvero corretti e invitanti pensando che ci si abbuffa e si mangia dall'antipasto al dolce con 45-50 euro, pagando proporzionalmente meno se ci si vuole mantenere in linea. Cantina non vastissima ma di qualità con scelte oculate aperte a piccoli produttori meno noti ma validissimi.
p.s. Una recentissima riprova conferma tutta la piacevolezza della prima volta e promette ulteriori miglioramenti.
Almondo Trattoria
Piazza Gran Madre di Dio, 2/L
Torino
tel. 011 411 9684
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