Akiko Tamura e la Compagnia Musicale Nadeshiko terranno il loro concerto alla Chiesa Anglicana di Bordighera il 22 luglio alle 20,30

La ragazza che fissava il mare dalla porta di casa aperta, con un piccolo cenno di autocompiacimento, corse laggiù afferrando il secchiello. Un branco di sarde era arrivato verso il bassofondo. Buttò il secchiello dentro il lucente mare interno di Setouchi e lo tirò su con fatica tanto era pieno di pesci “Le farò cucinare da nonna così sarà un buon piatto per il pranzo d’oggi.” Questa era una giornata tipo della piccola Akiko in estate. 
Cresciuta sull’isola di Yashiro, nel sud del Giappone, era una ragazzina vivace, esperta sia nell’immersione in apnea che nel nuoto sul fondo. Ma amava soprattutto la musica che aveva imparato da sua madre. Acquisì fin da piccola l’orecchio assoluto e, quando non riusciva a dormire nelle notti estive, si divertiva a scrivere le partiture del canto delle rane o dei grilli. Una ragazza così non poteva che diventare musicista. In gioventù era stato anche il sogno di suo nonno che aveva saputo diventare un eccellente insegnante di musica ed era stato il maestro di una cantante famosissima. Purtroppo era caduto nella seconda guerra mondiale. 

Quando Akiko canta l’Ave Maria di Caccini, il suo piccolo corpo diventa uno strumento che sa vibrare con un’intensità e una ricchezza straordinarie ed emoziona chi l’ascolta. Invece con le opere di Toru Takemitsu, il più famoso compositore giapponese di musica contemporanea, la sua varietà d’espressione non ha pari. Imparare il canto da una delle più importanti maestre, ma famosa per il carattere difficile, la mise duramente alla prova ma le plasmò la voce e la personalità. Così vinse una borsa per studiare in Italia e poté ottenere il successo di oggi.     

Anche quest’anno Akiko Tamura e la Compagnia Musicale Nadeshiko arrivano in Italia. Venerdì 22 luglio dalle ore 20,30 alla Chiesa Anglicana di Bordighera, terranno il loro concerto “Fiori d’Oriente in Riviera” che, come l’anno scorso, è devoluto al sostegno del progetto “la Transumanza della Pace” di Gianni Rigoni Stern adottato dal Club di Papillon e sostenuto con generosità dal Comune di Bordighera.  
  

Durante il viaggio in pullman dell’anno scorso, la maestra Mariko si mise al mio fianco, nel posto vuoto, per dirmi qualcosa. Lei è una collega di Akiko all’Academia di Musashino. È di Tokyo e ha studiato pianoforte in Svizzera insieme a suo marito, anche lui pianista e importante docente dell’accademia. Donna curiosa e arguta, con le sue battute sa tenere distante l’emozione dalle giovani cantanti durante il concerto e, allo stesso tempo, con le osservazioni acute e puntuali, sa dare i consigli giusti. Per Akiko è un’amica indispensabile. 
Voleva che riassumessi in breve per le ragazze l’attività di Gianni in Bosnia. Non era facile. Allora mio marito Claudio, approfittando del lungo viaggio, lesse un pezzo de Il Sergente nella neve scritto dal padre di Gianni e poi raccontò cosa era successo a Srebrenica per spiegare perché Gianni abbia regalato a quelle gente più di cento vacche e continui ancora ora ad aiutarli. La maestra mi raccontò che suo nonno era stato per qualche anno in un campo di internamento in Siberia e come solo recentemente abbia ritrovato le lettere scritte da lui proprio in quel periodo. Per lei, della generazione che non ha conosciuto la guerra, era stata un’immersione nel terrore e nella sofferenza dei soldati mandati a morire lontano da casa. 
“Ha scritto le stesse cose che dice anche il padre di Gianni! In qualsiasi paese la paura e il dolore sono uguali! Ascoltare la descrizione di Mario Rigoni Stern è come se mio nonno mi raccontasse le sue storie.” Era veramente commossa. “Senti, non potresti trasmettere questo sentimento a Gianni al posto mio?”.  

Ciò che è accaduto a Nizza il 14 luglio 2016 ha dato una tristezza immensa e una paura non da poco alle giovani musiciste di Nadeshiko. Ma soprattutto ai loro genitori e qualcuno non voleva più lasciar partire le figlie. Tuttavia nessuno ha rinunciato a questo viaggio che viene organizzato ogni anno dal 2010. L’affetto per gli amici italiani è ormai troppo importante per loro.  
 

Alla fine del 2015, quando abbiamo chiesto al nostro Paolo Massobrio se potevamo ancora organizzare questo concerto insieme al Club Papillon lui, invece di dirmi sì o no, si è limitato a rispondere che l’avremmo fatto in Riviera. Di fronte a un’amicizia così grande nel cuore delle ragazze giapponesi il terrore non esiste più.    
“Questa è l’occasione per restituire la nostra gratitudine con la musica!!”   
“Cantiamo unite con questa convinzione. E tutte noi ci presenteremo sul palco con quegli orecchini a forma di Nontiscordardime che ci ha regalato Gianni l’anno scorso.”     
       

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