Al Pedrieu, la trattoria della nostra filosofia!

A Garbagnate, gusto dell'accoglienza, bella cantina, cucina golosa, per un'esperienza radiosa

Il dibattito in corso sul futuro del fine dining non ci scalda molto. Non siamo tra coloro che scrivono sempre dei soliti noti, e che nelle loro guide recensiscono solo i cosiddetti ristoranti gourmet. Per noi lo chef più famoso vale come il cuoco che nessuno conosce, ciò che ci interessa è se l'uno e l'altro hanno un locale dove vale la pena entrare, perché ci si sta bene, e in cui il conto finale è all'altezza di piatti, servizio, esperienza.

Ad appassionarci sempre, invece, le novità, che nessuno come noi scopre, o i percorsi di crescita di locali di provincia, dove, per pigrizia, critici e ispettori non arrivano. Tra questi, l'ultima emozione ce l'ha data Al Pedrieu di Garbagnate Milanese, bistrot - trattoria a pochi minuti dai padiglioni di Rho Fiera (dove abbiamo vissuto Golosaria) e da Milano.
Lo seguiamo dai suoi esordi, da quando Salvatore Garofalo, titolare dell'aurea Ratera, in spirito di colleganza, ce ne aveva parlato. Ebbene, il locale è cresciuto con continuità e oggi è indirizzo che incarna benissimo la nostra filosofia.
L'ambiente è piacevolmente famigliare, con una saletta graziosa, di pochi metri quadrati, che si raggiunge con qualche gradino, con pochi tavoli (non vi dimenticate di prenotare!), bottiglie in esposizione e stampe d’epoca. La sala è il regno di Silvia Scavazzini, la titolare, che con la sua simpatia e la sua competenza, con le collaboratrici che l'affiancano, fa sentire a casa, assicurando un servizio puntuale e di rara attenzione.

La cantina è ampia e con proposte di meditata selezione, e si beve bene, a prezzi giusti, a partire dai due vini "della casa", un Vermentino e un Chianti di piena soddisfazione, realizzati per Silvia da una cantina toscana di valore.
Ai fornelli Alessandro Andreon, cuoco tanto umile quanto di valore, che con mano felice propone una cucina tutta profumi e sapori valorizzando le ricette della tradizione italiana, a partire dalle specialità lombarde e milanesi.

In tavola, zuppa di cipolle, vitello tonnato o trippa fritta con patate dolci. Poi il piatto che vale il viaggio, il risotto alla milanese con l'ossobuco, ma meritano anche i pizzoccheri. Di secondo coniglio arrosto al timo e capperi o baccalà alla vicentina.
Dopo un ghiotto bonet
a chiudere un buon caffè preparato con la moka, con una miscela che a sua volta è selezionata da Silvia, e che assicura un fine pasto all'altezza di una sosta radiosa!