Al Campelli di Albosaggia, in Valtellina
Tutti dicono “Sei andato da Aurelio”, ma in realtà si dovrebbe dire “Hai mangiato da Livia” che è la mamma di Aurelio Paruscio, patron di questo locale festoso, salendo ad Albosaggia, con una bella sala illuminata, riposante e sicuramente una sorpresa per chi alloggia nel loro hotel a 3 stelle.
Che bello il camino acceso e quel gioco di luci che invogliano alla confidenza e anche a bere un bicchiere di vino preso da una lista che premia il territorio e che spazia poi sui classici di tutta Italia e anche qualche etichetta francese.
Questo ristorante, lo diciamo subito, è un unicum che andrebbe preservato nelle comunicazioni: c’è saggezza in cucina, c’è storia, c’è una certa attenzione ai prodotti del territorio. Insomma cos’è un ristorante famigliare rispetto a quello organizzato con tutte le buste a posto che magari vanta una stella? Per noi questa sosta sale agli onori del faccino radioso: per la cucina, l’ambiente, il rapporto qualità/prezzo, la carta dei vini, ma soprattutto per quella capacità di resistere rinnovandosi, in una Valtellina che è molto cambiata.
Si parte allora con gli antipasti che annoverano tre portate di pesce (salmone marinato, crudo di gamberi, polpo in doppia cottura), ma anche il torcione di foie gras con purea di mele e l’uovo CBT. Per noi una fresca, succulenta, ben fatta insalata di faraona con frutta disidratata, melagrana e pinoli tostati (16 euro). Se tornassi la riprenderei tanto era buona.
Di primo (tutti a 12 euro) ecco gli originali gnocchi al caffè, con formaggio erborinato e pistacchi, davvero delicati
e gli ottimi bottoni di pasta fresca ripieni di faraona in suo ristretto in gremolada e grana.
Spettacolari i pizzoccheri fatti davvero a regola d’arte con un'amalgama degli ingredienti mai provata prima. E questi sì che valgono il viaggio.
Dello stesso tenore di perfezione saranno gli sciatt.Ci siamo poi fatti tentare anche dai piccoli cannelloni ripieni alla parmigiana di ottima freschezza. C’era anche la vellutata di sedano rapa con porro fritto e gamberi, i tagliolini al nero di seppia e il risotto riserva San Massimo.
I piatti cambiamo periodicamente, anche se la regola di non lasciare i più gettonati vige come in altre parti. Ai secondi la scelta è fra tataki di tonno, zuppetta del pescato e branzino, oppure, fra le carni, lo stinco di maialino nel suo fondo con tortino di patate, il roast beef di cervo e il nostro cappello del prete al mosto d’uva con schiacciata di patate alla zucca (20 euro). Buonissimo.
Si chiude la cena con delle spettacolari frittelle di mele, crema alla cannella e composta di frutti di bosco (13,5) e la “nostra” zuppa inglese.
La selezione dei formaggi viene proposta a 10 euro e il Bitto non manca. Per i vini scegliete alla carta oppure a bicchiere. Dove ci sono professionisti come Aurelio si va sul sicuro.
Campelli
via Moia, 6
Albosaggia (Sondrio)
Tel. 0342 510662