La genuinità e semplicità di questi borghi liguri e della loro antica produzione di olio extravergine diventano un’esperienza indelebile

Sette sono i borghi da non perdere per un weekend all’insegna del relax, nel quale scoprire la ricchezza di quest’angolo di Liguria alle spalle di Imperia. Si parte da Pietrabruna e si arriva a Lucinasco, passando per Borgomaro, Villa Faraldi, Vasia, Caravonica, Aurigo. Nomi di luoghi antichi e tutti da scoprire, dove spesso il turismo di massa non ha ancora attecchito. Paesi dove, ancora oggi, la prima risorsa è rappresentata dall’olivo e dalla sua coltura, qui arrivato 1300 anni fa grazie ai monaci benedettini di San Colombano provenienti dall’isola di Lerino, prospiciente la Costa Azzurra.

L’olio di olive taggiasche è una Dop fin dal 1977 ed è l’ingrediente indispensabile della cucina tipica imperiese: sardenaira, coniglio alla ligure, focaccia, brandacujun, ecc.
olives-g3640b8b4e_1280.jpgPrima tappa sarà però nel capoluogo, ad Imperia, dove troviamo il Museo dell’Olivo dei F.lli Carli (via Garessio, 13, sabato aperto 10.00-13.00 / 15.00-18.00), da visitare sia nell’area esterna con il meraviglioso giardino con piante millenarie, giare e frantoi antichissimi, sia nel percorso interno attraverso diciotto sale, diciotto tappe di un emozionante viaggio alla scoperta del mondo dell’olivo: opere d'arte, rari reperti archeologici e filmati accompagnano alla scoperta dei passaggi più affascinanti di questa incredibile storia.

Suggestiva la visita al primo borgo, Pietrabruna, borgo della lavanda e dei fiori, dell’olio extra vergine e del suo celebre derivato dolciario, la “stroscia”, delle confraternite religiose, del pallone elastico e della filarmonica “Santa Cecilia”, ha conservato inalterato l’aspetto di centro arroccato alle pendici del Monte Faudo (m. 1149) e della cima secondaria del Monte Follia (m. 1031). Si prosegue verso Lucinasco, un luogo magico dove troviamo un piccolo laghetto in cui si specchiano cipressi e salici piangenti. Sulla riva, sopra un terrapieno circondato da un muretto, si staglia il profilo della chiesa romanica di Santo Stefano. Da visitare anche il Museo Lazzaro Acquarone con reperti dell’antica civiltà contadina e di arte sacra, mentre sarà possibile l’olio di cultivar taggiasca direttamente da due storici frantoi citati su Il Golosario, ovvero Dino Abbo (Via Roma, 2Bis, tel. 018352411) che produce dalla Taggiasca l’Oiu de s’ciappa, un tempo definito “medicinale”, utilizzando la tecnica di frangitura che spolpa l’oliva senza frantumare il nocciolo. E da Cristina Armato (via Roma, 17, tel. 3381475966), tappa suggestiva anche di turismo esperienziale, che produce olio extravergine di oliva taggiasca e olive taggiasche in salamoia, ed ha anche un bell’agriturismo (Nonni Devia).
imperia.jpgfonte FacebookSi raggiunge quindi Borgomaro, un delizioso borgo di origine medievale posto al centro della Valle del Maro che possiede numerose pievi religiose e anche palazzi che testimoniano ancora oggi la ricchezza di un tempo; per quanto riguarda le architetture militari, si possono ammirare: i ruderi del Castello del Maro, andato distrutto in battaglia; e il Castello di Conio, situato nella parte più alta dell’omonima frazione, dove vengono ospitate mostre ed eventi. Ben tre le soste golose consigliate da Il Golosario: la prima sarà Al Forno di Nonna Pierina: cercate i Biscotti di San Rocco, aromatizzati con semi d’anice e il panettone preparato secondo un’antica ricetta di Borgomaro. Non mancano pani, focacce e i Baxin. Quindi in strada ville San Pietro, 5, ecco Le Due Mele, dove Elda e Daniela sono impegnate nella trasformazione di frutta e vegetali, oggi riproposti in un’ampia offerta a cavallo tra tradizione e innovazione di confetture, marmellate, composte. Quindi, i celebri fagioli di Badalucco, importati nel ‘600 dalla Spagna attraverso la Provenza, chiamati anche rundin per la forma ovoidale. Li coltiva e li commercializza Anna Librando (fra. Conio - via Cavour, 11 - tel. 3286948620). Piccoli, carnosi, bianchi come confetti e delicati nella pasta, si consumano tanto freschi quanto secchi e sono ingrediente essenziale di diverse ricette locali come la capra e fagioli, piatto simbolo, o in pastella nei frisceu (gustose frittelle genovesi) e ancora nella zemin, zuppa autunnale tipica ligure con verdure di stagione.
borgomaro.jpgfonte FacebookL’itinerario prosegue verso Villa Faraldi, definito il Borgo dell’Arte, perché qui ha luogo una rassegna internazionale di pittura e scultura ideata dallo scultore norvegese Fritz Roed. È il più piccolo dei comuni di tutto il Golfo Dianese in quanto conta poco più di 400 residenti. Dalla nostra guida, segnaliamo il frantoio e agriturismo Gocce d’Olio (fraz. Riva - via Lepanto, 2 - tel. 018341118) e l’azienda agricola Valle Ostilia (via Cascione, 20 - tel. 3478826230 - 3381280315) con il suo olio Evo di cultivar taggiasca, e la gamma di ortaggi e verdure sottolio in vasetto. Quindi eccoci a Vasia, alle falde del monte Acquarone (735 m), dove si potrà sostare nell’azienda agricola Giuseppe Cotta (loc. il Roccolo - fraz. Pantasina - tel. 333 7981164), bella realtà a conduzione famigliare che da cinque generazioni si dedica alla coltivazione dell’olivo di Varietà Taggiasca e alla produzione dell’olio extra vergine mosto con il metodo dell’agricoltura biologica. A questa attività si affiancano la coltivazione della lavanda, la biocosmesi e l’attività agrituristica.

Il tour dei sette borghi dell’olio registra infine le ultime due tappe: Caravonica, adagiata lungo le pendici che si innalzano fino al Colle San Bartolomeo, fu per lungo tempo feudo minore dei conti di Ventimiglia che qui fecero erigere il castello nella parte alta del paese, di cui rimangono alcuni ruderi. E infine eccoci arrivati ad Aurigo, nella valle del Maro, a 431 m s.l.m. su un poggio alle pendici del monte Guardiabella (1218 m). Da visitare, la chiesa della Natività di Maria Vergine, e il Santuario medievale di San Paolo, al cui interno è conservata una collezione di quadri di rilievo.
olio.jpgPrima di ripartire, il consiglio è quello di fare ritorno ad Imperia per cenare in due ristoranti radiosi del GolosarioRistoranti: il primo, Sarri (lungomare Cristoforo Colombo, 108 - tel. 0183754056 - fraz. Borgo Prino) è uno dei migliori ristoranti dove degustare piatti che innovano, con ragionevolezza, una cucina sempre di tendenza grazie al bravissimo Andrea Sarri e con personalità. Servizio veloce, efficace, sorridente. Carta dei vini all’altezza. Contrariamente all’interno, la terrazza è apparecchiata classicamente. Piatti imperdibili: baccalà in fritto croccante dal cuore fondente, con piccole scapece di ortaggi di stagione; cappellacci ripieni di prebuggiun e coniglio alla ligure, con il suo fondo e crostacei arrostiti; crostacei di Oneglia e casseruola di erbette aromatiche; pescato di cattura cotto alla brace con primizie dell’orto e salsa mugnaia. Mousse al cioccolato e camomilla con ciliegie in consistenza Prezzi medi: Antipasti 26; Primi piatti 28; Secondi piatti 35; Dolci 12. Menu Degustazione a 75 euro.
sarri.jpgfonte FacebookLa seconda proposta è il ristorante Chez Braccioforte (Calata g.b. Cuneo, 33 - tel. 0183294752): ha oltre un secolo di storia alle spalle, questo locale affacciato sulla calata storica del porto e continua a essere un’insegna affidabilissima per chi è in cerca di una cucina di pesce che fa della freschezza, del gusto e della generosità i suoi cavalli di battaglia. Si beve bene. Piatti imperdibili: pennette rigate saltate con novellame di scoglio e il nero di seppia; pescato del giorno gratinato al forno in crosta di patate croccanti; grigliata di scampi e gamberi. Semifreddo agli amaretti di Sassello in crema ai tre caffè ristretti.

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