Meno fitofarmaci, meno sforzi ma maggiori rese in vigna per un progetto di sostenibilità a 360°
Cuore verde dell’Italia e tappa fondamentale per il turismo religioso dello Stivale, quando si parla di Umbria non ci si può non soffermare su un vitigno – il sagrantino – che ha reso noto un piccolo borgo dalle chiare suggestioni medievali, ovvero Montefalco (PG).
Custode e ambasciatrice dell’anima green della regione e del suo vino principe, la famiglia Caprai da quasi quarant’anni si impone sui mercati grazie alla qualità dei suoi prodotti e con Marco, figlio di Arnaldo, oggi i vini possiedono una chiave di lettura moderna.
Eleganza, bevibilità, longevità e tipicità che si ritrovano non solo nel rosso, ma anche nel loro Grechetto in purezza - “Grecante” in etichetta. Caratteristiche, queste, che nascono anche grazie a una visione imprenditoriale da non sottovalutare.
È nel 2015 infatti che Marco Caprai ed altre 6 aziende appartenenti all’Associazione Grandi Cru di Montefalco lanciano il progetto New Green Revolution, ovvero un «protocollo di produzione vitivinicolo attraverso cui sviluppare un sistema di sostenibilità ambientale, sociale ed economica che rappresenti un vantaggio competitivo per le aziende e per il territorio in cui operano».
Sul loro sito web (http://www.arnaldocaprai.it/pagine/progetto-sostenibilita-000) vengono riportati i dati più importanti e i numeri parlano chiaro. Abbattimento dei consumi di energia elettrica (- 22%), di acqua dei pozzi aziendali (- 23 %) e dei quantitativi di agro farmaci per vigneto (- 77%); dall’altro lato si denota un aumento dell’utilizzo di concimi organici (+ 166%) e degli ettari gestiti con essenze leguminose da sovescio (+ 133%). Cifre che rispecchiano pienamente i valori di lotta integrata attuata dall’azienda. Inoltre emergono fattori importanti come la conservazione del paesaggio e delle biodiversità, la tracciabilità dei prodotti, il benessere dei fruitori e dei visitatori, l’impegno nella comunità locale, la sostenibilità economica e la registrazione delle attività e dei consumi aziendali.
Riconoscere e comprendere che la produzione enologica supera i confini in cui si realizza se viene accompagnata in modo adeguato da un miglioramento di tipo socio-economico sul lavoro: è anche questa la chiave di lettura moderna di cui parlavamo. E in questa cornice la tecnologia diventa lo strumento attraverso cui ottenere una vera e propria rivoluzione per l’abbattimento dei costi di produzione dell’impresa.
Una gestione dei vigneti che si fa “smart”, per diminuire gli sforzi in vigna e ridurre di un terzo l’utilizzo dei fitofarmaci sulle piante.
Ne è un esempio concreto la nuova – e prima – ventola antibrina installata in un vigneto italiano, macchinario definito “il Ventolone”, nato grazie ai contribuiti della Regione Umbria e al progetto Agroclim Technology. Trattasi di una grande elica retrattile che aiuta a contrastare le drastiche diminuzioni di temperatura purtroppo molto frequenti in Umbria, le quali portano a gelate primaverili spesso fatali per la resa della vigna. Il dispositivo copre circa sei ettari, permette l’innalzamento di 5-6 °C ed è in grado di ripiegarsi su se stesso scomparendo nel paesaggio vitato.
Questa ventola – è importante comprenderlo – è solo l’ultima delle innovazioni introdotte; in vigna infatti troviamo anche sensori per il controllo della quantità idrica disponibile per la pianta e sistemi di raccolta dati per la mappatura delle diverse malattie, intelligente rimedio per abbattere la pressione fitopatologica evitando alla vite trattamenti di cui non necessita.
Modello di viticoltura 4.0, l’azienda Arnaldo Caprai è riuscita a migliorare la qualità dell’uva dimezzando le ore di lavoro all’ettaro (da 600 a 250-300 ore, numeri davvero sorprendenti). A suggellare l’incredibile attenzione che la cantina riserva a tutto ciò che gira attorno alla natura e all’uomo, ricordiamo il progetto che nel 2013 a Montefalco diede il via al restauro degli affreschi nella Chiesa di San Francesco. Un concetto di sostenibilità a 360° che volge l’attenzione al recupero e alla valorizzazione del patrimonio storico-artistico di un territorio e di un popolo.