A Feriolo si va da Fior di Latte, con pizze di scuola campana
Il lago Maggiore, in un lunedì di inizio marzo dopo dieci giorni di pioggia incessante, è – parafrasando una celebre canzone cantata da Loredana Bertè – “un concetto che il pensiero non considera…”. Lungolago e le antiche stradine del centro storico di Baveno e di Stresa completamente deserte; rare le automobili che percorrono la provinciale. Poi, la sorpresa, una volta raggiunta la pizzeria prenotata come sempre sotto falso nome, alle 19 siamo i soli commensali… e viene da pensare: “Ovvio in questa stagione, di lunedì”... poi entra una coppia, poi un’altra, quindi tre o quattro famiglie e altrettanti gruppi di amici. Alle 21, il locale è pieno. E si rafforza il pensiero che questa pizzeria sia davvero un punto di riferimento per l’intera zona. Ma andiamo con ordine.
Siamo a Feriolo di Baveno, piccolo e suggestivo borgo che si affaccia sul Golfo Borromeo, estendendosi dal promontorio fino alla spiaggia. Ed è proprio a un centinaio di metri dalla riva che fa capolino la Pizzeria Fiore di Latte del giovane pizzaiolo casertano Pasquale Petrillo.
Il locale è molto curato e luminoso, moderno, essenziale e di design negli arredi, dai bei toni grigio e panna alle pareti. In fondo alla sala a “L”, ecco la bella cucina con forno a vista. Nella bella stagione, c’è anche il dehors esterno.
Pasquale, dopo alcune esperienze professionali in giro per le capitali europee, ha infatti scelto questa mite località turistica lacustre, quale approdo per dare spazio alla sua creatività e alla sua abilità nell’espressione dell’arte bianca. Quest’ultima si rivela attraverso godibilissimi impasti, una ricerca costante di materie prime di alta qualità, che trovano la loro (e la nostra) sublimazione nelle differenti tipologie di pizze in carta. E poi c’è un bel valore aggiunto dato dalla volontà di Pasquale di esaltarne l’accompagnamento non solo con la birra, ma soprattutto con i vini.
A confermare la bontà della sua filosofia, una carta dei vini molto particolareggiata, con chicche non solo della “sua” Campania, ma anche da Sicilia, Alto Adige, Valle d’Aosta, passando poi per l’Abruzzo e il Piemonte, fino a una decina di referenze di Champagne. Davvero notevole.
Molto sfiziosa la proposta di antipasti, in un connubio “gioioso” di sapori tra sud e nord Italia (che troveremo anche nelle pizze): a partire da “la frittatina di pasta va in montagna” (€ 4 al pezzo) realizzata con pasta mista del Pastificio De Martino, toma d’alpeggio, pancetta ossolana; quindi ci sono la pizza fritta e al forno, mortadella, robiola e pesto di pistacchio (€ 12), il calzoncino fritto ripieno di provola, ragù napoletano e cialde di parmigiano (€ 8 due pezzi), i calamaretti ripieni con provola ripassata all’aglio, olio e peperoncino (€ 11); e ancora tartare di fassona, tataky di pomodoro, avocado e cialde di sesamo nero (€ 11), fiori di zucca ripieni di acciughe e ricotta, pesto di pomodori secchi e crema di zucchina (€ 10).
Passiamo alle pizze. Una ventina quelle in carta in occasione della nostra visita. Partiamo da quella che ha consentito a Pasquale di vincere il titolo premio di Miglior Emergente Pizza Chef edizione 2023 alla Scuola Internazionale di Cucina “Alma” di Colorno (Pr): si tratta della pizza Hortum (€ 13) a base di crema di zucchine, fave, fagiolini, cipolla caramellata, asparagi, taccole, datteri, confit, robiola di Roccaverano, rucola selvatica; noi abbiamo apprezzato, invece, le pizze Cor’ e ‘Nduja (€ 12) con pomodoro San Marzano, ‘nduja di Spilinga, olive Taggiasche, melanzane a funghetto e ricotta salata; e la Romana (€ 11) a base di pomodoro San Marzano, capperi cunzati, fior di latte, basilico, acciughe di Cetara, origano di Sicilia.
Da provare la pizza Alla Carbonara (€ 11) con guanciale croccante, cialde di Parmigiano, salsa al tuorlo d’uovo e pecorino, e la Cappello del Prete (€ 12) con cornicione ripieno di ricotta d’Agerola, San Marzano, provola, salame di Nero Casertano, basilico.
Altre pizze sfiziose in carta, la Zuccona (€ 13) con vellutata di zucca, funghi cardoncelli trifolati, Taleggio 100 giorni, radicchio tardivo all’aceto balsamico; la Dolceamara (€ 13) con friggitelli saltati, salsiccia a punta di coltello di suino casertano, provola, pomodorini gialli del Vesuvio, pecorino; e ancora la delicata Sant’Ilario (€ 13) con stracciatella, pesto di basilico, prosciutto crudo Sant’Ilario e pomodorino confit.
Infine, tra i dolci (€ 6,50), avanti con La nostra delizia al limone; babà al rhum, panna e fragole; fondente lampone e nocciolino.
Plauso finale al personale in sala, cortese, attento e premuroso, anche questo partecipe delle origini campane, che è sempre una sicurezza.
Pizzeria Fiore di Latte
Baveno (Vb)
via Giuseppe Verdi, 5
tel. 0323 80630
riposo settimanale: martedì