Con i frutti del Cosentino Barbara Fasano realizza nel suo laboratorio dolci tipici che rimarcano la passione smisurata per la sua terra
La tesi sullo “Sviluppo dell'Economia Agricola Calabrese”, redatta da Barbara Fasano al termine del corso di laurea in Economia, evidenziava già l'interesse e la passione per il patrimonio agricolo della sua terra. E in particolare della Valle del Crati, splendida area collinare della Calabria settentrionale, stretta tra la Sila e il massiccio del Pollino.
Da sempre, grazie a un microclima particolare dovuto all'orografia del territorio, questo comprensorio è infatti considerato un serbatoio d'eccellenza per l'ortofrutta di qualità. Non stupisce, perciò, che Barbara, che nel frattempo ha conseguito pure il Diploma all'istituto Alberghiero, dopo diversi anni di lavoro in ufficio, abbia preso la decisione di dedicarsi anima e corpo alla sua vera passione. Ovvero interpretare il connubio tra arte dolciaria locale e i preziosi frutti coltivati nella sua vallata. E' nato così un laboratorio di trasformazione dove Barbara realizza autentiche golosità.
A partire dalle declinazioni del frutto principe del Cosentino, il fico bianco dottato. La sua grande abilità fa sì che essi si trasformino in prelibati fichi canditi, oppure caramellati, al rhum, o nelle tradizionali crocette di fichi, un'antica ricetta calabrese che deriva dal modo di sistemare i fichi, sovrapposti in modo da formare una croce, tra le metà che si uniscono si mette un golosissimo ripieno di gherigli di noce (o altra frutta secca a piacere).
Originalissimo e raro, poi, il “miele di fichi”, ottenuto dalla semplice estrazione dello zucchero dai fichi in cottura nei pentoloni su fuoco vivo. Utilizzato per guarnire dolci o per conservare i fichi stessi, un tempo, nelle campagne cosentine, aveva addirittura funzione medicamentosa.
Al pari dei fichi, le albicocche e gli agrumi, in particolare cedro, bergamotto, clementine, vengono anch'essi canditi (anche ricoperti di cioccolato) oppure utilizzati per preparare deliziose marmellate. Molto buona anche la mostarda di uva fragola, ideale quale ripieno dei bocconotti, dolcetti di pasta frolla con strutto, o da abbinare a formaggi.
Barbara non si accontenta di trasformare i frutti, ma utilizza anche il Magliocco, vino autoctono calabrese, per la preparazione di altre prelibatezze come le pere candite al vino, e gli straordinari turdilli al vino e finocchietto selvatico (ma ci sono anche quelli al miele di fichi). Si tratta di un dolce tradizionale natalizio, una sorta di gnocchetti dolci, che poi si friggono e si insaporiscono con miele e confettini colorati i "diavurilli".
La sua passione per il lievito madre, infine, si rivela anche nella preparazione di panettoni e colombe, e di altre antiche specialità dolciarie calabresi come la Pitta 'mpigliata di San Giovanni in Fiore, preparata con una frolla molto friabile, speziata e senza uova e senza burro, preparata con olio e vino, e farcita con frutta secca, uvetta e miele. E le Scalille calabresi fritte, a base di farina, uova, zucchero, olio, semi di anice, brandy e miele millefiori.
Quest'estate, Barbara, lancerà anche la linea degli ortaggi canditi, con i peperoncini piccanti e i pomodori ciliegini in prima fila per questa inedita sfida nel segno della passione smisurata per questa bellissima terra di Calabria.
LAD - Laboratorio d'Arte Dolciaria
San Marco Argentano (Cs)
Contrada Pezze della Regina (pressi Caserma dei Carabinieri, 858,24 km)
tel. 340 229 0806
www.laboratorioartedolciaria.com