Abbiamo assaggiato i prodotti di Etnatwist: Aperitif, Bitter, Vermouth, Gin e acqua tonica
Giuseppe Librizzi non è un parvenu del mondo degli spirits. Lo avevamo già conosciuto con l'Amaro Amara, di cui è stato il cofondatore. Un progetto che ha abbandonato nel 2018, vendendo le quote. L'anno dopo è ripartito con una nuova idea, che ha il nome di Etnatwist. I contorni geografici sono evidenti, la filosofia altrettanto.
“Il core dell'azienda è l'aperitivo, e quel che voglio trasmettere è l'idea dell'aperitivo siciliano” racconta con entusiasmo Librizzi. Sono nati così cinque prodotti, l'Aperitif, il bitter, il vermouth, il gin e l'acqua tonica, ultima arrivata. “Sono un vero e proprio richiamo al territorio, ognuno con le sue noti distintive”. Le ricette sono state messe a punto dallo stesso Librizzi, ingegniere industriale di formazione, ma appassionato di macerazioni e infusioni con esperienza sul campo. Circa 20.000 le bottiglie annue prodotte, con prevalenza per il gin (7000).
E partiamo proprio dal Gin Etneum, il “Volcanic Premium Gin” che all'ultimo Vinitaly è stato premiato da Paolo Massobrio con il riconoscimento ilGolosario-Agrifood. La prima cosa che colpisce è la sua etichetta, un'illustrazione firmata dal bravissimo Gianluca Cannizzo (@mypostersucks su Instagram): una grande testa di volpe, sormontata dal profilo dell'Etna. Poi però è il bicchiere a parlare, con prepotenza. Perché dentro ci si ritrovano tante anime: quella agrumata del limone bianchetto, varietà autoctona a buccia gialla dalle note molto eleganti. Quelle floreali di violetta selvatica e rosa canina. E poi le spezie (cardamomo, coriandolo) e ancora un afflato balsamico di eucalipto. L'insieme si ritrova al sorso, nitido. Un gin molto piacevole, che non disdegna il consumo in purezza “e che ci sta dando tantissime soddisfazioni: lo si trova tanto nel ristorante Da Vittorio a Brusaporto, quanto nei migliori locali di Sidney”.
Decisamente piacevole anche l'Etna Aperitif, caratterizzato dagli agrumi (scorze d'arancia e di mandarino) e dalla mandorla: un prodotto elegante e distintivo "che piace tantissimo ai francesi". Mentre l'Etna Bitter, accentua la via agrumata del benchmark di mercato (il Campari), con una nota molto viva e preponderante di scorza d'arancia ma anche la morbidezza dei fiori di zagara. La base dell'Etna Vermouth è vino Nerello Mascalese, mentre la speziatura si allontana dai canoni del vermouth piemontese, per un prodotto meno balsamico e più rotondo: le note più evidenti sono quelle di chiodi di garofano, liquirizia, fiori di camomilla, vaniglia oltre le immancabili scorze d'arancia.
Si chiude con l'acqua tonica Fotonica, illustrata nuovamente da Gianluca Cannizzo: una tonica senza zuccheri e sodio, del tutto particolare, grazie alla parte citrica dettata dal cedro e a un infuso di rosmarino e timo che imprime una nota più selvatica. Fotonica di nome e di fatto, perché l'assenza dello zucchero restituisce un amaro inconfondibile. Nel complesso, sono prodotti che ben si prestano alla miscelazione, ma che hanno la personalità per essere degustati anche in purezza.
Nel futuro? All'orizzonte ci sono nuove referenze. “Ma gli sforzi maggiori sono destinati al nostro nuovo stabilimento di Paternò. Abbiamo rilevato un vecchio opificio nella zona vecchia della città, affacciato sugli agrumeti: oltre alla produzione, sarà anche un luogo dove fare percorsi olfattivi, degustazioni, ed esperienze di food pairing”.