Un frutto dalla tante proprietà salutari, esotico ma "nostrano", spinoso all'esterno e dolcissimo all'interno e dal colore vivace
Un po' di storia
Il fico d'India (Opuntia ficus-indica) è una pianta originaria del Messico. Da qui, nell'antichità, si diffuse tra le popolazioni del Centro America che la coltivavano già ai tempi degli Aztechi, presso i quali era considerata pianta sacra con forti valori simbolici.
La pianta arrivò in Europa intorno al 1493, quandò tornò a Lisbona la spedizione di Cristoforo Colombo e si diffuse rapidamente in tutto il bacino del Mediterraneo, dove si è naturalizzata al punto di divenire un elemento caratteristico del paesaggio.
In Italia il 90% della coltivazione è concentrata in Sicilia (soprattutto nella zona collinare di San Cono, nel versante sud-orientale delle pendici dell'Etna e nella Valle del Belice), il rimanente 10% in Basilicata, Calabria, Puglia e Sardegna.
Caratteristiche del frutto e varietà
I frutti sono costituiti da una bacca ricoperta da una buccia cuoiosa e spinosa. La forma è variabile, non solo secondo le varietà ma anche in rapporto all'epoca di formazione: i primi frutti sono tondeggianti, quelli più tardivi hanno una forma allungata e peduncolata.
La polpa interna di colore bianco, giallo o rosso, a maturazione completa è mediamente morbida (con molti o pochi semi) di sapore dolciastro, leggermente aromatico.
Il panorama varietale in Italia annovera tre cultivar che differiscono per la colorazione del frutto: gialla (Sulfarina), bianca (Muscaredda) e rossa (Sanguigna). La cultivar Sulfarina è la più diffusa per la maggiore capacità produttiva e la buona adattabilità a metodi di coltivazione intensiva.
Come si conservano e come si sbucciano i fichi d'India
I primi frutti compaiono sul mercato verso la fine di luglio ma il pieno periodo di maturazione è settembre e prosegue con produzioni ridotte fino ai primi di novembre.
Al momento dell’acquisto non devono essere né troppo verdi né troppo morbidi.
Se non sono troppo maturi vanno tenuti a temperatura ambiente fino a maturazione. Se sono maturi vanno conservati in frigorifero e durano 2-3 giorni.
Per aprirli è consigliabile indossare un guanto; prima si deve asportare la calotta superiore, poi bisogna incidere la buccia in quattro punti prima di rivoltarla verso il basso per fare fuoriuscire il frutto recidendolo, se necessario, alla base senza toccarlo, per evitare di trasferire spine nella polpa. A tale scopo è sempre meglio sfregare prima la buccia con carta da cucina.
I fichi d'India in cucina
I fichi d'India si possono consumare freschi come ingrediente principale di succose e colorate macedonie o insalate di fine estate, perfette per uno spuntino, per terminare il pasto o per sostituirlo oppure possono essere utilizzati per la produzione di succhi, liquori, gelatine, marmellate e dolcificanti.
In Sicilia si produce tradizionalmente uno sciroppo attraverso la concentrazione della polpa privata dei semi, che ha consistenza e gusto simile allo sciroppo d'acero, e che viene utilizzato per preparare dolci rustici e come infuso per un liquore digestivo.
I fichi d'India e la salute
I fichi d’India sono un ottimo alimento, ricco di sostanze nutritive: vitamine (soprattutto vitamina C), minerali tra cui potassio e magnesio, poi calcio e ferro e molte fibre. Inoltre sono frutti poco calorici e vengono consigliati come spuntino per chi è a dieta. Sono poi utili per assimilare meno grassi e zuccheri in quanto tengono sotto controllo glicemia e sovrappeso. La presenza di fibre infine aiuta la peristalsi intestinale, contrastando il problema della stitichezza e aumenta il senso di sazietà.
Come ci ricorda la campagna di promozione e informazione di UNAPROA “Nutritevi dei colori della vita” (http://www.nutritevideicoloridellavita.com) - finanziata con il contributo dell’Unione europea e dello Stato italiano -, il colore della frutta e degli ortaggi è un indizio importante per variare l’assunzione di sostanze preziose, proteggendo la salute e coprendo il fabbisogno di nutrimento del nostro organismo. Ogni colore (rosso, verde, bianco, giallo/arancio e blu/viola) corrisponde a sostanze specifiche, con differenti azioni nutrienti e protettive.
I fichi d'India – che noi prendiamo in considerazione – hanno polpa di colore giallo-arancio. Questa colorazione è dovuta alle elevate quantità di betacarotene, una sostanza appartenente alla famiglia dei carotenoidi, che il nostro organismo converte in vitamina A, fondamentale per numerose funzioni dell’organismo. La vitamina A, infatti, contribuisce al normale metabolismo del ferro e al mantenimento della pelle, della capacità visiva e della funzione del sistema immunitario nella normalità. In generale il beta-carotene è un potente antiossidante che viene assorbito con i grassi e se assunto con gli alimenti non procura sovradosaggio, come può invece verificarsi nel caso di un eccessivo uso di integratori.
Curiosità
• In Messico, stato originario del fico d'India, si producono il miel de tuna, uno sciroppo ottenuto dall'ebollizione del succo, il queso de tuna, una pasta dolce ottenuta portando il succo alla solidificazione, la melcocha, una gelatina, e il colonche una bevanda fermentata a basso tenore alcolico.
• Nei Paesi del Sud America le pale del fico d'India, scottate su piastre arroventate di pietra o di ferro, sono un cibo consueto, venduto anche dagli ambulanti per le strade.
• In Sicilia la polpa dei fichi d'India viene applicata direttamente su ferite e piaghe come ottimo rimedio antiflogistico, riepitelizzante e cicatrizzante