Basta un sorso di vino per riconoscere a distanza di anni l’arte che sta dietro a chi lo produce.

Questo il messaggio con cui Paolo Massobrio, su La Stampa di giovedì, introduce la storia dei fratelli Antonio, Giacomo e Antonietta Baruffaldi che a Borgo Priolo, in provincia di Pavia, su 20 ettari di vigne frammezzate per esaltare le biodiversità dei terreni, producono vini che lasciano il segno.

Tra i campioni assaggiati, memorabile il Riesling San Rocco 2011 a base riesling renano. Ma indimenticabile è anche un altro bianco da pinot grigio super selezionato, il Vendemmia d’Autunno. Quindi il Pinot Nero Ancestrale Rosé, un brut spumantizzato con i soli zuccheri dell’uva, e il Cruasé, ottenuto con la stessa tecnica, mentre tra i rossi spiccano la Bonarda dell’Oltrepò Pavese Boioli e la Barbera Piedilupo.

E’ così che un Baruffaldi si riconosce anche dopo vent’ anni.

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