Un’innovativa linea di Life porta al centro le specialità regionali, a partire dal Piemonte
Il legame di Life con il Piemonte ha compiuto 78 anni. È il 1940 infatti quando il cavalier Mario Tibaldi fonda a Sommariva Perno (Cn) un’azienda che si dedica alla raccolta e all’esportazione di frutta e verdura dalle campagne piemontesi al mondo. Tutto cambia con gli anni Sessanta quando è sempre il cavalier Tibaldi a capire che il mercato era maturo per un cambio di rotta. La sua azienda ortofrutticola diventa Life sigla che non indica semplicemente vita in inglese ma è l’acronimo di Lavorazione Importazione Frutta Essiccata, mettendo a punto un innovativo sistema di essiccazione.
L’intuizione è vincente e tra gli anni Settanta e Ottanta la piccola azienda familiare acquisisce un’organizzazione industriale e aumenta la propria presenza sul mercato internazionale e nazionale. Spostando il focus sull’ultimo decennio, però, la sfida è raddoppiata. Se da un lato infatti il mercato della frutta secca è in continua espansione, in particolare per i prodotti legati al tema benessere, dall’altra parte aumentano i players in campo.
La scommessa è stata quindi quella di differenziarsi proprio seguendo l’orientamento della salute: nasce una partnership con la Fondazione Veronesi che identifica una serie di prodotti da inserire nella linea lifestyle. Le dieci referenze sono Zenzero disidratato a cubetti, Mandorle sgusciate italiane, Prugne senza conservanti e senza nocciolo, Semi di Zucca sgusciati crudi, Uva essiccata, Semi di Lino, Semi di Girasole decorticati, Semi di Canapa, Albicocche disidratate senza conservanti e Nocciole sgusciate italiane. Questa linea, insieme a Le Noci per la Ricerca, serve anche per sostenere giovani medici e ricercatori nei centri di eccellenza di tutta Italia.
L’altro obiettivo di Life, accanto al tema benessere, è stato puntare sulla biodiversità. L’innovazione, concettuale e produttiva, è di rilievo: punto di partenza sono state le nocciole Piemonte per poi allargarsi ad altri prodotti del territorio come la Mela Rossa Cuneo, il mirtillo accanto a mora, lampone e ribes delle vallate alpine piemontesi. Quindi i pinoli della Toscana, le mandorle e i pistacchi siciliani, le noci Lara del Veneto e le noci e nocciole della Campania. Il progetto, realizzato in collaborazione con la Fondazione per la Biodiversità Onlus di Slowfood, è però solo agli inizi – ci ha spiegato Davide Mario Sacchi, responsabile per la comunicazione – e già per il 2018 sono previste sorprese.