Barolo e Barbaresco sugli scudi ma a stupirci sarà anche un'incredibile Nas-cetta di sette anni. Il racconto della nostra ultima degustazione

La foto che abbiamo scelto per illustrare questa degustazione parla chiaro: Barolo e Barbaresco a dominare una degustazione di cantine per noi quasi tutte nuove.
La vera sorpresa però arriverà dai Bianchi e in particolare dalla Nas-Cetta, un vino dalle potenzialità enormi che sconta purtroppo un nome difficile da pronunciare anche per gli stessi piemontesi. Ma andiamo nel dettaglio.

FRATELLI RAPALINO di Neviglie

Quanto sono i Rapalino? Noi ne abbiamo contati un bel po' e orientarsi spesso non è così facile. Questa volta parliamo dei Fratelli Rapalino di Neviglie, una storia di Langa iniziata a fine Ottocento con Francesco e Giuseppina che piantano le prime viti su quei "Sorì eroici" che rendono unico questo paesaggio. Siamo nelle terre di una malora che il lavoro di generazioni ha trasformato in oro. Oggi qui i vitigni principali sono ancora due, nebbiolo e moscato, che trovano un complesso di interpretazioni tra il tradizionale e lo sperimentale. Partiamo dal moscato che diventa Asti Metodo Classico Brut Circa 26 e rappresenta uno dei rari esempi di brut metodo classico da uve moscato. Il risultato è esaltante per un vino che ha il colore del limone, ouverture di un naso dove le note agrumate saranno dominanti con il cedro e i fiori d’arancio, ma anche il miele che ritorna in bocca. L'acidità è spiccata, la chiusura secca in un bicchiere che annichilisce l'amaro a cui le interpretazioni di moscato secco ci hanno abituato. Un gran bel bicchiere che apre a un futuro difficile ma interessante per lo spumante secco da uve moscato.
Tutto giocato sull'eleganza l'Alta Langa Metodo Classico Pas Dosè 1998 che ripercorre lo stesso sentiero agrumato anche se questa volta i profumi vireranno di più sulle note di arancia candita. In bocca ha una bella mineralità e una sapidità spiccata, vibrante. E il nebbiolo? Altrettanto grande il Barbaresco 2019 che ha naso ampio e complesso, con quella nota di pelliccia che contraddistingue i grandi Barbaresco, accompagnata da sottobosco e chinotto. In bocca è elegante, persistente, con un tannino carezzevole sostenuto da una grande acidità. Davvero bravi! rapalino.jpg

MERENDA SINOIRA di Novello (Cn)

Una realtà giovane fondata da tre giovani amici nel 2015: Marco Vola, Federico Alessandria, Alberto Servetti. Una realtà che si non si è fatta notare in questi anni ed è un peccato perché qui c'è stoffa. L'Extra Brut Blanc de Noirs Metodo Classico “Cugià" 2019, un pinot nero in purezza, che al naso lascia spazio proprio ai piccoli frutti, accompagnati da una nota di confetto. In bocca la bolla è fine con una spada acida. La Barbera D’Alba Superiore “Sej" 2021 ci fa capire che anche qui, tra le colline di Macrino, la barbera non è il vitigno vassallo. Nel bicchiere infatti si gusta un bel prodotto, che al naso vira nel sottobosco, accompagnato dalla speziatura intensa e da una acidità piena, tagliente. Il Langhe Nebbiolo “Sapel" 2021 è una conferma della bravura di questo team: il naso evoca il vermut, nel segno di un'eleganza che ritroviamo intatta anche in bocca dove acidità e tannino sono in perfetto equilibrio. È il nebbiolo di classe ed eleganza che sta assurgendo alla terza grande denominazione di Langa. Il loro Barolo è il “Kidì" anno 2018: colore da manuale con unghia che tende all’aranciato, al naso ci sono profumi di agrume candito, tabacco, polvere da sparo. In bocca è elegante, con tannino avvolgente e una bella acidità.
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BARISONE SIMONE di Gavi (Al)

Un'azienda giovane, con alcuni begli spunti, ma che probabilmente deve anora decidere una strada precisa. Potremmo fotografare così l'assaggio dei vini prodotti partendo dal Gavi "Nonno Mario" 2021, che ha naso di foglia di the e foglia bagnata, non troppo complesso al naso così come in bocca. Il Vino Rosso Sacramentu è curioso: un vino a tratti ruvido, intenso, con la mela cotta al naso, la cannella e una spiccata acidità. La Piemonte Barbera “Sofia" 2020 ci è piaciuta: è una Barbera leggermente fuori dagli schemi a cui siamo abituati, figlia di un territorio che con questo vitigno non ha un feeling particolare. Tuttavia il vino che si presenta nel bicchiere è convincente: al naso c'è la viola e note più animali, quasi di pelliccia, mentre in bocca conquista grazie all'equilibrio. Buono anche il Vino Rosato Er Sinin, dai sentori di mela rossa, vinoso che vira leggermente sul dolce ma crea una felice contrasto con la chiusura secca.
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CASCINA GAVETTA di Novello

La Nascetta sta facendo tanto parlare di sé e questo ne è uno dei produttori. Si sente con l'assaggio del Langhe Na-scetta del Comune di Novello 2021 che ha naso complesso di nocciola e leggeri idrocarburi che si tramutano presto in bocca in una nota minerale, quasi ferrosa. Acidità, nerbo, sorso pieno per un vino che è già grande e che - speriamo - prefiguri un'evoluzione pari al campione 2016. Un vino che la dice lunga sulle potenzialità di questo vitigno nell'invecchiamento, che non ci aspettavamo neppure noi. Il campione di sette anni si presenta nel bicchiere di colore oro, con un naso profondo, intrigante, note di miele e zafferano, speziature di zenzero che presto lasciano spazio al balsamico, che evoca il pino. In bocca ha acidità, sapidità, equilibrio per un prodotto che è giunto all'apice della sua maturazione. Ci sono in assaggio anche due Barolo che però non riescono a tener testa alla grandezza dei bianchi nonostante il Barolo Corini Pallaretta 2017 sia un campione che al naso riesce a distinguersi per la bella speziatura e un'eleganza in bocca che merita di soffermarsi. cascina gavetta.jpg

RAINERI GIANMATTEO di Novello (Cn)

Sono tre vignaioli appassionati, Gianmatteo Raineri (Jimmy), Fabrizio Giraudo e Luciano Racca a condurre questa realtà con vigne a Novello e radici nel mondo del Dogliani. Lo dimostra con il Dogliani “Zovetto" 2021 un Dolcetto da manuale di colore viola, con naso profondo, molto minerale, in bocca equilibrato, pieno, tannico. Decisamente convincente anche il Langhe Nebbiolo “Snart” 2021 che ha un naso di buona complessità, balsamico, con l'incenso dei grandi vini e un tannino ben equilibrato in bocca. Poi la trilogia di Barolo: il Barolo 2019 dall'accentuata speziatura, il Barolo Perno 2019, più asciutto, con naso ematico e di incenso, e il campione che abbiamo preferito cioè il Barolo Castelletto 2019 che ha naso contrassegnato da viola, liquirizia, inchiostro e in bocca l'eleganza del tannino di seta che hanno i grandi Barolo.
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PASQUALE PELLISSERO di Neive (Cn)

Se con Rapalino e Cogno ci stavamo confondendo, come dovremmo fare con Pellissero, altro nome che ha un legame secolare con il Barbaresco? Il Pellissero in questione è Pasquale che imbottigliò la prima volta nel 1971 per poi lasciare le redini alla figlia Ornella affiancata oggi dal figlio enologo Simone. Il Langhe Nebbiolo “Pasqualin" 2021 ha note di vermut e liquirizia che pian piano scendono nel sottobosco. In bocca è tannico, di un tannino ancora verde che ci prefigura un lungo futuro. Il Barbaresco "Bricco San Giuliano" 2020 ha un naso espressivo, che lascia la pelliccia tipica di alcuni campioni per puntare sulle speziature, l'incenso, la menta che affiancano il chinotto. In bocca è equilibrato, tannico. pellissero.jpg

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