La Botteghina, buen retiro tra il lago e Verona

A Peschiera un locale raccolto, dove l'accoglienza è al top e la cucina è autentica, con piatti essenziali e curati che raccontano di questo confine tra Veneto e Lombardia

Appena fuori il centro di Peschiera, lungo la strada che conduce al Laghetto del Frassino, conviene aguzzare la vista per scorgere le luci di questo minuscolo ristorante, con una decina di posti a sedere.

La Botteghina è gestito da Chiara in sala e dallo chef Jok in cucina, alle pareti tanti prodotti in vetro, i vini un po' ovunque e un nutrito angolo di liquori e distillati. Il menu è essenziale in coerenza con quella dicitura "Cucina, vini e salumi" che ti accoglie all'arrivo.

Gli antipasti non ci sono: certo si può optare per un tagliere di salumi e formaggi in taglia differente. Più che un antipasto, però, si tratta già di un piatto unico che merita una visita a parte. I salumi infatti portano la firma di Corrado Benedetti, i formaggi provengono dalla malga di Sant'Anna d'Alfaedo.
Il pezzo forte della cucina sono i primi: per noi gli strepitosi bigoli con ragù di salsiccia affumicata, ricchi, saporiti, della giusta compattezza.
Altrettanto interessanti gli agnoli mantovani con brodo di carne che rappresentano un altro must del locale così come le lasagne o ancora i ravioloni ripieni di zucchine e mandorle con burro fuso e salvia. Sempre di ispirazione mantovana i tortelli di zucca, del resto a Peschiera del Garda la cucina è quella di confine.

Non è infatti un caso che anche i secondi parlino la lingua dei territori vicini grazie al morbido manzo all'olio accompagnato da una polenta macinata a pietra.
In alternativa la lombata di angus al forno con aceto balsamico.
Pochi piatti, tutti ben fatti, in un menu essenziale che termina con un'altrettanto calibrata selezione di dolci dove a far la parte del leone è il tiramisù servito in barattolo.
In chiusura merita più di un cenno la selezione di amari, prodotti secondo ricette da speziali, dalla GM Bitters in via ancora di lancio. Tre diverse tipologie di amaro, con erbe differenti, a creare una sorta di scala aromatica: tra questi spicca il Sambè per equilibrio e moderata alcolicità. Per chi volesse assaggiarli, il riferimento è la cantina Gozzi di Monzambano.
Il conto è perfettamente in linea con una proposta preziosa, soprattutto in questa stagione quando i ristoranti del lungolago si riempiono di turisti, mentre qui si può ancora respirare il calore di una casa accompagnato da una cucina antica, radicata e di confine.