Appena fuori il paese, immerso nelle colline di Langa, questo locale fascinoso dalla cucina puntuale e appagante e dalla bella carta dei vini

Quando si dice una posizione fortunata. È quella della Locanda Fontanazza, a La Morra (strada Fontanazza, 4 – tel. 017350718): il borgo sulla sinistra, i comuni del Barolo sulla destra, e una vista cullata dalle dolci colline di Langa che si perde fino alla valle del Tanaro. La scoprimmo fra i primi agli esordi, ci siamo tornati per l'ennesima volta.

E ci siamo arrivati (non è un plurale maiestatis, ma l'evidenza di una compagnia numerosa) una domenica sera, ed era al completo (al tavolo a fianco c'era pure mr. Eataly), nonostante fosse il 27 dicembre. Lasciato fuori dalla porta il caldo anomalo dell'inverno 2015-2016, siamo entrati in un ambiente molto accogliente, giocato su due livelli. Al centro, un camino scenografico, moderno, inciso tra colonne verdi elevate fino al soffitto. Il patron è Mattia Martinelli, che l'ha aperta meno di due anni fa, coaudiuvato, ai fornelli, da Paolo Sciannanteno.

Scegliere il vino è un piacere. Così come le portate, perché il menu si rivela tradizionale, ma mai banale, con spunti di originalità. Si parte bene con gli antipasti (€ 8): c'è l'ottima cipolla ripiena con parmigiano e besciamella, la battuta di carne cruda, lo sformato di carote e nocciole su crema di parmigiano 24 mesi e pure una divagazione iodata con il polpo arrosto su crema di ceci e pesto di pomodori secchi. Nulla da eccepire.

Tra i primi (€ 8), è corroborante e impeccabile la cisrà, ossia una zuppa di ceci e costine di maiale tipica delle Langhe, e anche i tajarin al ragù di arrosto di vitello sono come da aspettative. Precise pure le orecchiette alle cime di rapa, per non restare soltanto in Langa.

Coi secondi (€ 12), bisogna lasciarsi un po' di spazio per le trippe gratinate al forno con ricotta salata (ottime) e per il brasato di vitello al Nebbiolo con polenta gratinata. Buono anche il maialino in porchetta con le mele. Dal mare, tonno scottato e insalata di carciofi.

È una sosta appagante, scandita da un servizio ritmato e gentile, che si chiude (€ 5) con il bonet, la pera madernassa al Nebbiolo o la panna cotta con composta di mele renette. Si esce felici, anche per il conto. Da tornarci in estate, al tramonto, per la vista impareggiabile.

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