Il giovane chef Christian Silvestri propone una cucina che spazia dal Piemonte alla Liguria
A Ovada, cittadina dell’Alto Monferrato già in odor di Liguria, fa capolino, nell’antico centro storico, un ristorante di tradizione locale. All’interno, spazi accoglienti e luminosi arredati in modo essenziale, ma nella bella stagione, il consiglio è di cenare nei tavolini outdoor attorniati dai palazzi storici di stile genovese.
Il proprietario è il giovane chef Christian Silvestri, mentre suo padre Maurizio gestisce l’annesso locale “La Farinata”, dove gustare una delle migliori specialità della zona.
Si inizia con una proposta di antipasti che prevede millefiori di melanzane, caponata di verdure, robiola di capra e pesto (€ 13), corretta ma senza guizzi;
battuta di fassona, crema di peperoni arrostiti, cialda al parmigiano e polvere di capperi (€ 15), e ancora carpaccio di salmone marinato agli agrumi, salsa al mango e spuma al basilico (€ 16), oppure filetto di triglia in carpione, le sue verdure e salsa ponzu (€ 15).
Tra i primi, ben eseguiti gli agnolotti fatti in casa al ragù (ma si possono ordinare anche al tocco, burro e salvia o nel vino) (€ 14),
in alternativa a tagliatelle di farina integrale, pomodorini confit e polpa di granchio (€ 19), gnocchetti di panissa, salsa di piselli e gambero viola (€ 17), o gli “ovadesotti” (sfoglia al Dolcetto di Ovada) ripieni di salsiccia di fassona della macelleria Prima di Lerma, ricotta di capra, radicchio, conditi con burro alla maggiorana (€ 16)
Si prosegue con un classico filettino di vitello al pepe verde su taccole saltate (€ 19),
in alternativa a petto d’anatra cotto a bassa temperatura, senape di Digione al miele e bieta ripassata (€ 15); in carta, anche tagliata di cuberoll con contorno (€ 21), e calamaro alla piastra, melone e ricotta alle erbe (€ 16).
Fuori carta, polpo con patate con citronette al prezzemolo (senza infamia e senza lode).
Piacevoli divagazioni, la selezione di formaggi (€ 14) - robiola di Roccaverano, Montebore, formaggio di malga affinato nelle vinacce, toma Holzhofer, formaggetta al tartufo, abbinate a miele, cugnà di Brachetto e marmellata di fichi al vino rosso -, e quella di salumi (€ 16) - salame nostrano della Macelleria Primo di Lerma, lardo stagionato in conca di marmo, pancetta cruda al Barolo…-.
Si chiude con la carta dei dolci (€ 6): goloso il fagottino di pasta fillo ripieno di mele e mandorle;
poi, buona la crema catalana al Dolcetto d’Ovada con pere caramellate, mousse di ricotta al limone, croccante di frollini e fragole, semifreddo cioccolato e nocciola con salsa al cioccolato fondente. Carta dei vini corretta che giustamente strizza l’occhio alla Docg del territorio. Servizio cordiale e attento.
Ristorante Da Pietro
Ovada (Al)
piazza Giuseppe Mazzini, 9
tel. 0143 186 6563
riposo settimanale: martedì