A Salina i bianchi e il passito della cantina Colosi

Ci sono pochi vini che hanno una capacità immaginifica come la Malvasia delle Lipari. E’ sufficiente il nome, direbbe Montale, per agire. Evoca vigne in terrazzamenti a picco sul mare, vini di grande sapidità che prendono dal sole il tenore zuccherino. E l’immaginazione ha ragione. La cantina Colosi (090 9385549) ha sede a Salina, una piccola isola delle Eolie, su terreni vulcanici. Fu colonia dei Greci, che ne fecero l'isola del dio del vento, Eolo, e qui portarono la viticoltura. I suoi vini erano già celebri nell’antichità, quando proprio i vini dolci, speziati, conquistavano i palati. La loro fortuna crebbe insieme al mito dell’isola come luogo di vacanza da scoprire durante i viaggi compiuti dagli intellettuali dell’Ottocento. E non è un caso che proprio qui fosse approdato Guy de Maupassant che scoprì il fascino del luogo e contemporaneamente un delizioso vino di Salina.

Eccoci di nuovo qui, a Salina, accanto ai capperi e alle vigne. La cantina Colosi è stata tra i protagonisti del rilancio della Malvasia di Salina che produce con l’uvaggio tradizionale che prevede, accanto alla malvasia, una piccola quantità di uva corinto nero, apprezzata nell’appassimento perché priva di semi. Nei nostri assaggi abbiamo apprezzato la Malvasia di Lipari naturale. Le uve vengono vendemmiate nella seconda decade di settembre che a queste latitudini significa avere già uve surmature. Il mosto, ottenuto da una pressatura soffice, viene fermentato e successivamente affinato un anno in vasche di acciaio per poi passare in bottiglia. Abbiamo assaggiato l’annata 2012 che nel bicchiere si traduceva in un vino dal color dell'ambra quando viene attraversata dalla luce. Al naso ha i profumi dell’albicocca, note di miele e la fascinazione della macchia mediterranea, non priva di sfumature balsamiche. Ma è in bocca dove si impone, non troppo dolce, buona mineralità e la consistenza della seta, con un tenore alcolico relativamente basso. Un vino che consigliano di servire alla temperatura di 18 °C ma che può tranquillamente essere apprezzato fresco.

La malvasia in purezza è anche vinificata in versione secco nel vino Secca del Capo. E' un vino delicato, dal naso non troppo intenso, con profumi floreali e di frutta esotica e una buona mineralità al palato, dov’è asciutto e armonico. Eleganza, in bocca e al naso, per il Salina Bianco. Qui cambiano le uve, che sono inzolia e cataratto vinificate in acciaio. Il campione 2015, di colore paglierino con riflessi verdognoli, ha profumi intensi di fiori, erba limoncina e polpa di pesca bianca. In bocca è estremamente piacevole, di buona acidità, una sapidità impressa come un marchio, armonico e asciutto. E’ un vino marino, da consumare fresco, in terrazza, di fronte a un misto di pesce crudo.

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