A Sirmione (Bs) la sorpresa di un albergo che ha il calore di casa. Con una ristorazione da scoprire
Da Pasqua in avanti le strade del centro di Sirmione (Bs) si riempiono di turisti, che si dividono tra i ristoranti e i bar che spuntano in ogni dove. Nel cuore della città, nella suggestiva piazza Flaminia, apre le sue porte l’Hotel Catullo (tel. 030 9905811) uno degli alberghi più vecchi del paese, attivo dalla fine dell’Ottocento (a pochi passi da qui James Joyce incontrava Ezra Pound). E qui, quella confusione, sembra essersi bloccata alla porta.
L’ambiente è caldo, curato. Il personale di sala è gentile e sorridente, gli animali sono i benvenuti (i proprietari hanno anche un cane e un gatto, liberi di dialogare con gli ospiti). Il tutto sotto lo sguardo vigile di Fabio Barelli, direttore di questo hotel dal 1988 quando aveva sedici anni e la sua famiglia rilevò l’attività. La sala da pranzo è spaziosa e affacciata sul lago. Ma la vera sorpresa è il pontile con il dehors in ferro battuto, poco meno di trenta coperti che sembrano appoggiati al filo dell’acqua.
La cucina è allo stesso modo una sorpresa, con attenzione ai particolari, creatività e, allo stesso tempo, tante referenze locali. Abbiamo assaggiato un’originale interpretazione della Waldorf salad con la croccantezza delle noci caramellate, la saporosa zuppa di fagiano, la quenelle di ricotta e asparagi, la morbida guancia di vitello alla paprika. Ma c’è anche un ampio menu di pesce di lago, presente sia ai primi (con le chicche di patate con cremoso di broccoli, sarde di lago e burrata e i tagliolini con coregone, carciofi e grana) sia ai secondi (filetto di persico del Garda al burro con pesto di cime di rapa e mandorle e filetto di coregone ai funghi cardoncelli). Ai dessert spazio a un soave tiramisù o a un interessante macaron ai frutti di bosco con gelatina di passion fruit. La carta dei vini privilegia i vini della zona, con il Garda classico, una selezione di Lugana completa (di cui Barelli è un gran appassionato) e l’insolito Groppello.
Per la notte ci sono alcune comode stanze, all’ultimo piano una terrazza da dove la vista è libera di spaziare sul lago. A inizio e fine stagione (marzo e novembre) è organizzata un'interessante rassegna (Imago@Catullo) che combina fotografia, cibo e storia (l’ultima edizione è stato un omaggio alla Belle Époque) con le foto esposte in tutti gli ambienti e tanti angoli adattati a set. Ancora più belli con la luce del tramonto che si riflette proprio di fronte al dehors, appoggiato sul lago.