Tutte le tappe di una storia dolcissima, quella del cacao e del cioccolato
L’origine del cacao
L'origine del cacao si può riferire a una regione del Centro America, oggi compresa dagli Stati di Messico, Venezuela ed Ecuador, anche se, secondo gli storici, la prima zona dove sorsero le piantagioni è da situare in Honduras, nella valle dell’Ulùa.
Nel tempo, la coltivazione si è lentamente spostata verso Sud, in Brasile, per poi trasferirsi alla fine del XIX secolo in Africa (che oggi copre quasi il 70% della produzione), nelle zone a ridosso dell’Equatore e in Asia, Indonesia e Malaysia.
La storia del cacao
La storia del cacao inizia molto probabilmente con gli Olmechi intorno al V secolo a.C. ma furono i Maya i primi a utilizzarlo massicciamente per produrre una bevanda da accompagnare a una farinata di mais, cibo adatto a tutte le classi sociali.
Fu con l’avvento degli Aztechi che il cacao divenne prezioso, simbolo di nobiltà e ricchezza al punto da rappresentare una vera e propria moneta di scambio. Il mitico re Montezuma pare possedesse nei suoi forzieri una riserva di 960 milioni di chicchi, che amava consumare come una mistura fredda cui aggiungeva vaniglia, pepe, peperoncino e fiori che dovevano aiutarlo nelle sue performance amorose.
L’arrivo del cacao nel Vecchio Continente si deve agli Spagnoli e allo spietato Cortés, il quale lo importò insieme alla canna da zucchero cubana, aprendo la strada al consumo come bevanda dolce che spopolò nelle corti europee seicentesche.
La storia del cioccolato come alimento
La storia del cioccolato come alimento è abbastanza recente ed è legata per lo più alla sua forma e alla capacità di essere trasportato. Tra le tappe più importanti, ci fu sicuramente il 1802, quando il torinese Bozzelli inventò una macchina idraulica che permetteva di raffinare la pasta di cacao e unirla alla vaniglia e allo zucchero. Nel 1828 fu invece un’olandese, Van Houten, a segnare un momento cruciale con la sua pressa che permetteva di separare nella pasta di cacao il burro, arrivando così alla materia prima da cui ricavare la polvere. Da questo momento il cioccolato arrivò ai grandi numeri, soprattutto grazie alla diffusione delle tavolette: la prima in Italia, targata Majani, fu del 1832, mentre in Inghilterra si dovette aspettare il 1847 con la Fry&Sons, che tra i suoi ingredienti aveva cioccolato, burro di cacao, zucchero e liquore.
A Torino nacque invece, dall’unione con le nocciole, il gianduiotto, nel 1852, e nel solco del successo di quest’ultimo, a inizio Novecento, sorsero molte fabbriche artigianali, tuttora esistenti.
Il cioccolato al latte ebbe invece origine in Svizzera, nel 1878, grazie al cioccolatiere Daniel Peter che aggiunse il latte al cioccolato su intuizione del chimico Henry Nestlé, mentre per il fondente bisogna ringraziare Rodolphe Lindt che sviluppò il concaggio nel 1879.
IL CIOCCOLATO: CIOCCOLATO O CIOCCOLATA?
I prodotti a base cacao hanno sempre vissuto questa scomoda alternanza di genere. All’inizio dell’arrivo del cacao in Europa si indicava con cioccolato la bevanda piccante, amarognola e corroborante, come si usava preparare in Sud America. Fu nel ‘600, con l’ingentilirsi della bevanda grazie all’utilizzo di zucchero e latte, che si iniziò a passare dal maschile al femminile, secondo un uso che si consolidò nell’Ottocento con l’avvento della moderna industria dolciaria.
Oggi con cioccolata si intende la bevanda calda, mentre cioccolato indica i composti solidi.
Anche nella lingua inglese ci sono difformità quando si parla di cioccolato, legate però all’utilizzo di singolare e plurale: chocolate, al singolare, indica infatti il cioccolato in senso generale, mentre il plurale chocolates indica barrette e similari.