Verticale di Vermentino di Antonella Corda, cantina sarda di Serdiana

“Di madre in vigna” è il payoff scelto da questa cantina, incastonata a Serdiana, sud della Sardegna, appena sopra a Cagliari. Nello stesso comune di una delle più grandi e rinomate cantine sarde (Argiolas) c'è anche questa piccola realtà, passata da nonna a nipote per tre generazioni di donne, fino a quando, nel 2010, è arrivata ad Antonella Corda (la nipote), che di fatto ha avviato un nuovo corso. Antonella, studi di enologia a San Michele all'Adige, si è ritrovata con un primo vigneto di vermentino (7 ettari) impiantato nel 2009, al quale ha aggiunto 4 ettari di cannonau e 2 di nuragus (nel 2012) e poi altri 2 ettari e mezzo di vermentino nel 2017. Tutti gestiti in regime biologico.

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Antonella CordaSe il Cannonau è un portento – anche Top Hundred nel 2018 – sono i vini bianchi la carta sulla quale Antonella crede di più. “Perché il territorio di Serdiana è perfetto per vini bianchi di freschezza, longevità e bella armonia” spiega. “Merito di suoli profondi, ricchi di calcare e marne, in grado esaltare la mineralità e imprimere complessità al vino”.

La dimostrazione arriva da una verticale del suo Vermentino: quattro le annate assaggiate, che raccontano tutte le vendemmie finora arrivate sul mercato. A partire dal 2019, l'ultima nata. “Un anno dall'andamento piuttosto regolare, ma dalle rese ridotte per un evento atmosferico in primavera, una giornata di vento particolarmente gelido che di fatto ha dimezzato i grappoli in vigna”.

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Sorso e profumi di questo Vermentino sono esplosivi: in evidenza c'è la frutta (pesca a polpa bianca, melone, un che di agrumato), che si fa spazio anche in un sorso sapido e caldo, teso e arrotato da una nota leggermente balsamica (menta). Tra tutti questi aggettivi, è proprio la sapidità a dire l'ultima parola.

Il 2018 è invece figlio di un'annata anomala per la Sardegna: molto fresca, ricca di precipitazioni. Un annata difficile per chi lavora la vigna. Ma il bicchiere non tradisce, anzi. Perché il sorso si fa più sottile e magro (13° i gradi alcolici, rispetto ai 14° del precedente) ma di una freschezza fine e apprezzabilissima. La frutta è ancora in evidenza, ma le note minerali sono più accennate, e il finale di miele millefiori prolunga un assaggio molto piacevole.
vermentino antonella corda.jpgLa sorpresa più grande di tutte arriva dal 2017. “Annata molto asciutta e calda, nella quale abbiamo dovuto provvedere a un'irrigazione di soccorso”. Tutto torna nel bicchiere, dove troviamo concentrazione e ricchezza. È un vino che si mostra cangiante. C'è il pompelmo, il miele di corbezzolo, e la spinta terziaria rendete tutto più complesso: gli idrocarburi sono di razza da bianco nobile.

La 2016, infine, la prima annata prodotta. Che oggi si mostra di un bellissimo colore oro, per un vino largo, che lascia sempre più spazio alla parte minerale. Meno emozionante del 2017, ma di sicuro ancora vivo, a dimostrazione della longevità di questi vini.
anfore ziru antonella corda.jpgLe anfore in cui affina lo ZiruBonus track, lo Ziru 2018. Un Vermentino affinato in anfora, dalla lunga macerazione sulle bucce e non filtrato. Qui l'anfora non prevale sul vino, ma concede una particolarità che si ritrova ogni volta che questo recipiente viene come si deve. Ossia la sua capacità di spogliare da una parte il vino, portandolo a una essenza scheletrica. E dall'altra di aumentarne la complessità. Ossimori gustativi, che si risolvono, rispetto agli altri vini, in speziature inedite, poi fiori di gelsomino, pesca bianca, arancia dolce. In bocca è largo, minerale, rotondo, con una leggera nota tannica che regala succosità. Un vino intenso, come la storia di Antonella Corda e della sua cantina.

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