E a Grazzano Badoglio, brindisi finale con l’Arlandino, il grignolino che non teme la sfida del tempo
È festa grande in Monferrato, dove ieri ha preso il via ancora una volta con successo, Golosaria Monferrato (www.golosaria.it), l’evento a tutta gola che proseguirà per tutta la giornata di oggi, e che accende i riflettori su quell’angolo magico di Piemonte che è il territorio monferrino.
Cuore della rassegna, due grandi castelli. A Casale Monferrato, dove si possono incontrare i magnifici produttori di cose buone del Golosario, e poi gustare, nella corte del Castello, le proposte delle cucine di strada con le birre artigianali e i vini del Monferrato. E a Rosignano Monferrato, al Castello di Uviglie, dove son ospitati i campioni del buon bere selezionati dal team di Golosaria, con spumanti italiani, champagne e la Barbera che si potranno assaggiare insieme ai mitici burger di Cascina Capello e ai risotti de La Torre che porterà il risotto Barbera e rosmarino e quello allo Spumante di Castello di Uviglie, oltre che con i salumi cotti di Bona, con la muletta di Miglietta e con il Castelmagno de La Poiana, con il pane del panificio Villa di Casorzo, senza dimenticare, l’abbinamento affascinante con il caviale di Pisani Dossi.
Ma è tutto il Monferrato che è in festa, e quindi dopo la sosta nelle due location principali, una goduria raggiungere le mete affascinanti di questa terra che non finisce mai di stupire.
Nel bicchiere, oggi, un vino che nasce nelle vigne che ingioiellano la splendida Grazzano Badoglio, dove si chiuderà stasera la manifestazione, con il tradizionale taglio della torta preparata dalla somma pasticceria Ceruti di Serralunga di Crea. È l’Arlandino della Tenuta Santa Caterina (tel. 0141925108), grignolino che ci ha stregato con la sua formidabile capacità di invecchiamento, nella degustazione fatta per onorare la nascita di Ginevra, figlia di Giulia Alleva e nipote di Guido Alleva, quando abbiamo avuto l’opportunità di godere i millesimi 2010, 2012 e 2013. Tre espressioni del nobile vino piemontese, caratterizzate dal tipico colore granato – aranciato e da quell’anima “anarchica e testabalorda”, secondo la celebre definizione veronelliana, che ne fa rosso aristocratico e dalla stoffa dei grandi. E trio delle meraviglie, che con il racconto delle tre diverse annate, con la sorprendente vitalità dimostrata da ciascuna annata, ha dissipato ogni dubbio, sulla possibile longevità o meno del grignolino.
Ed è con il formidabile 2010 che brindiamo a Golosaria, da sempre fucina di innovazione e inesauribile apripista di strade mai percorse. Dal color mattone, ha profumi elegantissimi di ciliegia, mandorle, nota tufacea, sentori speziati, mentre al palato è vivo, ancora scalpitante, di buon corpo e lunghissima persistenza.