Tre annate diverse, tre espressioni dalle differenti caratteristiche che rispecchiano le diverse annate, ma sia il 2011, 2013 ed il 2014 dicono che è un grande Vino Nobile!
Seduto, con un bicchiere del suo vino in mano. Lo porta al naso e ne sente con attenzione il profumo. Poi ne assaggia un sorso. Quindi con tono pieno di passione, quasi stesse declamando versi di una poesia d’amore, con inconfondibile accento toscano, dice:
«Che spettacolo! Che è capace di fa’ la natura! Sentite, io “ciò” le “mi” idee (ndr io ho le mie idee), dalla quali non prescindo nel lavorare la mia uva per arrivare a questo prodotto! Ogni territorio esprime i suoi tannini, e consentitemelo, il territorio di Montepulciano ha sempre espresso tannini unici! Le cause? Il terreno, meraviglioso, argilloso, tufaceo, sabbioso quanto basta, con scheletro fine, “bottaio” come si dice in gergo chianino e situato su una collina che arriva, sì, a 605 metri s.l.m., ma è dolce. Un luogo di elezione, come diceva Virgilio ricordando che “apertos Bacchus amat colles”. E il clima, soleggiato, ventilato, la cui prima virtù consiste nel favorire nel momento in cui i pollini girano e l’uva invaia che tutti questi pollini grazie alla buccia porosa vanno ad arricchire gli acini. Un capolavoro naturale che si ritrova nel vino. Qui si sente il profumo della vita, della terra, dell’uva. Io mi prendo solo un merito: saper assecondare questi principi della natura».
A parlare così, in uno degli ultimi incontri prima della prematura scomparsa, Sergio Paolini, autentico poeta del Vino Nobile di Montepulciano e patron della cantina Luteraia. Lo avevamo conosciuto anni fa, grazie ad Andrea Gori, vulcanico “sommelier informatico” e comunicatore di razza, nonché patron di Burde di Firenze, in occasione di una serata organizzata in coincidenza delle annuali degustazioni con cui il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, in inverno (quest’anno, causa pandemia sarà a maggio) propone gli assaggi della nuova annata del grande rosso toscano che sta per fare il suo debutto sul mercato.
Oggi a proseguire il cammino di quella piccola – grandissima realtà che è Luteraia, c’è la moglie, Eugenia Battisti, che, dopo essersi occupata sin dagli esordi del commerciale, con caparbietà ha avuto il coraggio di prendere il comando, ed ora è patronne capace e appassionata. A riproporci i suoi vini, Nicoletta Rossi, Matteo Scibilia, Andrea Pesenti ed Angelo Piccirillo, da qualche mese, nuovi “ambasciatori” di questa cantina.
La degustazione, una vera folgorazione, con i diversi millesimi assaggiati, che ci hanno confermato che le ragioni che facevano battere il cuore a patron Sergio, erano tutte più che fondate. I motivi del nostro stupore? Oggi come ieri, in ogni bicchiere la magia del terroir, con la spiccata mineralità gusto-olfattiva che svela come il terreno sia composto da miscela preziosa di argilla e tufo, con sedimenti a scheletro fine, e il suo essere ricco di storia, come documentato dal fatto che tra le vigne non è difficile recuperare tracce di antichi insediamenti etruschi, datati in zona a partire dal IV sec. a.C., e reperti che narrano della successiva colonizzazione romana, con cocci di vasellame e manufatti che anno dopo anno affiorano.
Poi, nel gusto schietto e nel sorso di rara autenticità, il disvelarsi della cura sartoriale con cui son seguiti i tre ettari e mezzo di vigneto, che vedono in coltivazione, in due ettari, il sangiovese, con le viti di prugnolo gentile autoctono, in un ettaro le viti storiche di canaiolo, mammolo e malvasia aromatica bianca dal lungo grappolo, e in mezzo ettaro il merlot.
Detto che per l’“ultimo nato” della casa, “Literaia”, bottiglia più adatta non poteva essere scelta, visto che è proposto in formato da un litro, e la scelta appare quanto mai centrata, considerato che si tratta di un rosso dalla beva irresistibile, per cui, se si è in compagnia, ci si trova rapidamente con il solo vetro…
Luteraia: gli assaggi
Per quanto riguarda Luteraia, la versione del 2014, pur figlia di un’annata che a molti ha dato dispiaceri, è una sorpresa, perché al naso si segnala per la sua eleganza, con note floreali di giaggiolo e di frutta, tra cui spicca la prugna, mentre in bocca ha beva molto piacevole, grazie alla freschezza che sostiene il sorso. In splendida forma, il millesimo 2011, che dopo dieci anni ha luminoso colore rubino che vira al granato, naso di sorprendente intensità e persistenza, con sentori di frutti di bosco, viola mammola ed elicriso, liquirizia, menta, gusto secco, asciutto, con grande struttura ed equilibrio suggestivo.
Di grande classe, e dalla vitalità che ne lascia presagire ancora capacità di lungo invecchiamento, il 2013, dal colore rubino profondo, dal profumo intenso e persistente con bouquet di frutti di bosco, viola mammola e confettura di susine, cui seguono raffinate note di muschio, china e spezie, con chiodi di garofano, pepe nero e vaniglia. Al palato? Secco ed elegante, ha i tannini ancora in evidenza, ma per nulla sgarbati, vena sapida e lunga persistenza, quella personalità per cui Sergio era innamorato del suo vino!
Luteraia
via Luteraia 4
Acquaviva di Montepulciano (Si)
tel. 0578767017 - www.luteraia.com