Esperienza unica a Viverone in un ex monastero benedettino dove si produce vino
Siamo tornati a CellaGrande, il quel monastero benedettino del 1100 che si affaccia sul lago di Viverone.
Tornati perché dopo la degustazione dei vini effettuata un mese fa, il luogo ci ha davvero affascinato, con la sua teoria di sale dedicate al wine-cheese bar, l’antica torre, l’ex chiesa adibita a sala da degustazione, i vigneti, la Spa con la piscina calda all’aperto che guarda il lago al tramonto, le 9 camere.
Bellezza, relax, storia, questo e tanto altro ancora da scoprire, come la qualità dei vini a base di uve erbaluce, cullati da un principe dell’enologia come Donato Lanati, fino a quell’Erbaluce San Martino frutto dell’affinamento delle anfore Tava calate in fondo al lago. Ma Donato Lanati è uno che ci sa fare parecchio anche con le bollicine e la cuvée di varie annate è una bottiglia imperdibile che abbiamo degustato come aperitivo abbinandola ai sette formaggi di Roberto Bagnod, il proprietario che ha il suo cuore ad Ayas, dove crea perle casearie eccellenti, fra cui il mitico Gran Gessato, accanto agli eccellenti di latte di pecora.
E ora veniamo al ristorante, con le finestre che si affacciano sul lago, ambientato al piano terra della corte che d’inverno ha sempre la brace accesa, al centro, per suggestionare ancor di più l’ambiente e per riscaldare chi si reca all’aperto a fumare una sigaretta. Il ristorante è proprio elegante e su ogni tavolo il segnaposto è una trottolina di legno, che è il leit motiv anche delle bottiglie, ognuna con la sua trottola bianca o nera al collo (“Così si gioca, anziché guardare il telefonino” – dice Roberto Bagnod).
In cucina la brigata è giovane e ai fornelli c’è Paolo Di Palmo che firma un menu con 4 piatti per ogni singola portata. Ecco la battuta di fassone con puntarelle, stracchino e acciughe del Cantabrico, ma anche la piacevolissima trota marinata con salsa ponzu, uova di trota, crackers ai multicereali, timo e olive taggiasche. C’è anche l’uovo cotto a bassa temperatura con crema di topinambur e briciole di Paletta biellese.
Sui primi il risotto è un must, avendo i Bagnod anche un riseria nei pressi di Santhià, che produce il Carnaroli. E quindi eccolo con crema di zucca, blu di pecora e nocciole.
Per noi anche un fragrante maccheroncino di pasta fresca trafilata a bronzo con crema di carciofi e salsiccia cotta nel Carema.
Ai secondi sarà buona, anche con il loro Carema riserva, la porchetta di coniglio con crema di cipolla bianca e finocchietto baby. Quindi capocollo di maiale con ribes rifermentati e broccolo; petto d’anatra con riduzione di Caluso passito (il loro che è molto buono) e cavolo Pak Chois.
Ai dolci sarà ottima la bavarese al cioccolato bianco, mango e cialda alle nocciole;
la pera al vino con ganache al cioccolato fondente e crumble all’amaretto. Una cena rilassante, dove sfiorerete i 70 euro al netto dei vini, che saranno davvero una sorpresa.
CellaGrande
Via Cascine di Ponente, 21
Viverone (Biella)
Tel. 0161 1892213