A Ballabio, dal giovane chef-sommelier Pietro Agostani, una cucina di montagna e di lago gustosa e una bella selezione di vini, con un conto ragionevole
Dedicato agli amici che amano la Valsassina. E ai lettori che ancora non conoscono la zona e che da questo momento avranno un motivo in più per salire in questo angolo di Lombardia tutto da scoprire.
Nella stagione invernale, chi ama lo sci, e vive tra Milano e Lecco, Brianza e Monza comprese, qualche puntata ai Piani di Bobbio, non se la fa mai sfuggire. Stesso discorso, in estate, per fare escursioni e salire ai rifugi della zona o a qualche baita dove far provvista di formaggi straordinari. Chi abita nel territorio che va dal capoluogo lombardo fino al Lecchese, qui, ci arriva in un battibaleno...
Per i gourmet, però, finite le discese sulle piste o le arrampicate, non molte le mete dove andare a gustare qualcosa di buono, dopo qualche ora di neve o di cammino. Ebbene, all'uscita della galleria che in pochi minuti porta dal "ramo del lago di Como" caro al Manzoni, a Ballabio, mentre se si svolta a destra, si imbocca la strada che sale per qualche chilometro verso Barzio, dove ci sono gli impianti di risalita cari agli sciatori, alla rotonda, girando a sinistra, dopo poche decine di metri, ecco l'indirizzo goloso che in questo fazzoletto di terra lombarda non c’era.
È l’Osteria Il Camino (via Provinciale 33 - tel. 03411690337) di Ballabio. L’ha aperta e la conduce con passione e bravura Pietro Agostani, 26 anni, sul volto, sempre un sorriso sereno, in cui si esprimono il suo animo buono, che ricorda il panorama placido del Lario ai piedi della Grigna, e quella sua tenacia che ha la forza e la dinamica delle vette dei dintorni. Con la mamma Giovanna e il fratello Stefano, è anima di questo luogo di gusto dove mette in campo i suoi talenti, giocandoli nelle due attività che ama, la cucina e il vino.
Il locale è caldo e accogliente, e ricorda gli chalet di montagna, con pietra e legno in tutta la sala, un grande camino (da cui l’insegna) nel mezzo, il dehors per chi ama mangiare all’aperto nella bella stagione.
La sua cucina mette su un piedistallo il territorio, portando in tavola i piatti dei suoi monti (il nonno, prima, e lo zio, poi, gestivano il Rifugio Lecco) e le specialità lariane, senza trascurare il meglio della tradizione italiana.
Per voi “antipasto dell’osteria” con salumi e conserve della casa o missoltini alla piastra con polenta.
Poi di primo, pizzoccheri, “gnocarei in t’ol lac...” (gnocchetti della tradizione premanese cotti nel latte con formaggio e burro fuso), ravioli fatti in casa ripieni ai “cùgoi” di Biandino e mascherpa o Carnaroli tra agrumi e bottarga di trota.
Quindi, di secondo, taragna e funghi, stinco di maiale al forno, “Il cervo” (lombatina di cervo cotta a 52°C scottata alla piastra) o lumache con la polenta.
Per chiudere, un dolce fatto in casa, o tagliere di formaggi della zona.
Chi ama il vino, troverà cantina di grande soddisfazione, con proposte non banali, e frutto della competente selezione di Pietro, che è anche sommelier.
Gilberto Farina, chef patron della Piana di Carate, Corona radiosa de ilGolosarioristoranti - GattiMassobrio, che in queste terre è di casa (perché solito salire alle malghe a procurarsi quei formaggi che poi impreziosiscono la sua straordinaria proposta al ristorante), parlandoci de Il Camino ci aveva detto, è una sosta che vale il viaggio. Aveva ragione! È indirizzo prezioso e tavola della nostra filosofia!