Casina Ricchi e l'accoglienza in cantina: il sistema turistico della Cantina Ricchi di Monzambano che nasce dall'esperienza di grandi vini

Monzambano è un paese di confine, tra Lombardia e Veneto. Storicamente segna il passaggio tra due zone di influenza differenti, da un lato gli Scaligeri, dall'altro i Gonzaga. Verona e Mantova sono entrambe vicine, il Lago di Garda a un passo. Nel territorio comunale c'è un borgo medievale fortificato, Castellaro Lagusello, tra i più belli d'Italia. La pianura invece si snoda intorno al Mincio, che segna anche il tracciato di una pista ciclabile che collega Peschiera del Garda e Mantova e permette di attraversare il famoso Borghetto raccolto intorno al fiume.

Siamo in un luogo gioiello della Lombardia che si sta riscoprendo proprio in questi anni grazie a un turismo che unisce l'attrazione naturalistica (pensiamo al lago) con quella storica e culturale offerta dalle vicine città d'arte e un'esperienza, anche da un punto di vista enogastronomico, unica.
uve.jpgQui non insistono denominazioni blasonate, ma piuttosto Doc che ci sono fatte le ossa in questi anni e oggi stanno offrendo tra i prodotti migliori presenti sul mercato con un rapporto qualità/prezzo encomiabile. Basti pensare alla denominazione Garda Doc che vive oggi una stagione felice grazie anche a un'affermazione nella spumantistica accanto alla produzione di vini rosati e di grandi rossi che da sempre la caratterizzano.

La cantina Ricchi Stefanoni, sui colli morenici del Mantovano, è un punto di riferimento, per i tagli bordolesi, per la spumantistica e per alcune sperimentazioni su vitigni locali come la garganega che in vendemmia tardiva, insieme al moscato, viene utilizzato ne Le Cime, Top Hundred di Papillon fin dal 2009.
cantina-ricchi-vigneti.jpgRicchi però è diventato anche un campione nell'ambito dell'accoglienza prima in cantina quindi con una struttura pensata appositamente e inaugurata dal 2019. Partiamo dal principio e da un sistema di enoturismo che fa perno sulle visite alle vigne e ai sistemi produttivi e sul turismo lento con la possibilità di noleggio di mountain bike ed e-bike direttamente in cantina. I turisti prenotano la bicicletta e si inoltrano tra i filari, seguendo quattro tracciati di lunghezza e difficoltà differenti spiegati nella cartina consegnata alla partenza. Al ritorno visita guidata e degustazione.
cantina-ricchi-ristorante.jpgLa costruzione di un sistema turistico, poi, si è sviluppata grazie all'apertura di Casina Ricchi, relais nato dalla ristrutturazione della vecchia cascina da cui sono state ricavate 12 camere, ognuna delle quali dedicata a un vino e arredata con materiali naturali: legno, pietra e cotto. Un'attenzione alla naturalità che è anche sostenibilità, altro aspetto a cui la cantina - che si è dotata anche di un calcolo dell'impronta ecologica - ha sempre fatto molta attenzione, a partire dall'abbassamento dei livelli di CO2 dovuti alla produzione di vino. Il Relais infatti è stato ideato così da essere il più compatibile possibile con le esigenze dell'ecosistema: l'energia elettrica è generata da un impianto fotovoltaico e l’energia termica utilizzata per il riscaldamento è invece prodotta con l’utilizzo di una caldaia alimentata esclusivamente con il cippato ricavato dalla potatura dei vigneti, altro elemento che riduce l’emissione di CO2 nell’aria connesso alla produzione vitivinicola.

A completare il relais la Spa, la piscina e soprattutto un ristorante con piatti fantasiosi capaci di raccontare il vicino Benaco e la terra di Virgilio.
cantina-ricchi-terme.jpgUn sistema enoturistico che sfrutta al meglio le peculiarità di quest'area di confine, non si è lasciato scoraggiare dalla mancanza di un blasone ma ha saputo sfruttare al meglio le incredibili potenzialità - dallo sport all'arte all'aspetto naturalistico fino all'enogastronomia - e in questa pluralità trova la sua forza. Soprattutto però un progetto specchio di un territorio che a sua volta si sta rilanciando proprio per mezzo del turismo e che vede un attivo ufficio di promozione locale con portale web, utilizzo strategico dei social e la nascita di una Monzambano card che come un "passaporto" permette di essere timbrata dai diversi locali aderenti e ottenere sconti. Una logica di rete che in questo turismo di prossimità dell'era post Covid sta già dando i primi importanti frutti.  

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