Un “paniere” unico dalla montagna alla pianura

Il Biellese rappresenta un modello ideale di affermazione di brand territoriale, dove le eccellenze enogastronomiche fanno sistema con le numerose risorse artistiche, culturali, paesaggistiche, turistiche di questo angolo del Piemonte. E il paniere di prodotti tipici, in un viaggio ideale dalla pianura alla montagna, rivela chicche come il riso di Baraggia Biellese e Vercellese, unica Dop italiana del cereale per qualità e caratteristiche organolettiche, coltivato nell’omonima area risicola pedemontana bonificata a metà del secolo scorso; l’unicità del territorio di Baraggia è stata riconosciuta dalla Regione Piemonte con l’istituzione della Riserva naturale orientata delle Baragge, conosciuta anche come “l’ultima savana d’Italia”, con un’estensione totale di 4.500 ettari e un habitat ideale per la conservazione e la tutela di moltissime specie animali.

Qui, tappa obbligata è il Ricetto di Candelo, tra i 17 borghi più belli d’Italia in Piemonte, struttura fortificata medievale sorta per iniziativa e volontà precisa della popolazione locale allo scopo di conservare e difendere i beni più preziosi della comunità: gli edifici non sono stati abitati in pianta stabile ma è stato utilizzato come deposito per i prodotti agricoli in tempo di pace e come rifugio temporaneo per la popolazione in tempo di guerra o pericolo. Il termine “Ricetto” deriva infatti dal latino “receptum” (ricovero, rifugio) e quello di Candelo si è conservato proprio perché ha mantenuto nel tempo questa sua matrice rurale di custode della comunità contadina. Oggi il Ricetto è centro di vivaci manifestazioni come “Candelo in fiore”, l’esposizione floreale che quest’anno si terrà dal 21 maggio al 5 giugno.
RicettoCandelo.jpgIl Ricetto di CandeloRicca, nel Biellese, anche la tradizione di prodotti da forno come i Torcetti, "paste 'd melia" a base di farina di mais, i "turcetùn" di grandi dimensioni con impasto meno ricco, i Canestrelli, fragranti cialde di wafer con cioccolato e nocciole. A Crevacuore si possono trovare gli artigianali "canestrej", cialde al cioccolato cotte tra le ganasce di un ferro arroventato e preparate secondo una ricetta che risale al XVII secolo.

Lasciandosi alle spalle la pianura, tappa irrinunciabile del Biellese è l'Oasi Zegna, un angolo di paradiso nelle Alpi, naturale balconata sulla pianura Padana capace di regalare indimenticabili panorami. In questa riserva naturale di 100 km quadrati aperta al pubblico sono percorribili molti itinerari ciclo-escursionistici, segnalati e attrezzati con pannelli didattici e con tavole di orientamento. Molti partono dalla Panoramica Zegna e, seguendo sentieri, mulattiere e strade sterrate, salgono verso gli alpeggi, raggiungono la solitaria Alta Valsessera o scendono ai paesi della Valle di Mosso e della Valle Cervo. 
Panoramica Oasi Zegna.jpgLa Panoramica dell'Oasi ZegnaIn questo favoloso contesto alpino, il racconto gastronomico menziona grandi formaggi e prelibati salumi. Tra i primi, la gamma delle Tome Biellesi, tutte PAT - Prodotti Artigianali Tipici, prodotte sia con latte intero vaccino come il Maccagno, sia con latte parzialmente scremato; il Beddu, prodotto con latte scremato e tipico della zona di Pralungo, che si consuma fresco o previa stagionatura sulla paglia; il tomino di Sordevolo e quello della Valle Elvo, la Mascarpa (o ricotta biellese).
salumeriaMoroni-formaggi.jpgI formaggi del BielleseIn tema di insaccati, sul podio più alto la "paletta di Coggiola", un prosciutto di spalla insaporito con sale e pepe, insaccato nella vescica e fatto asciugare all’aria che è presidio Slow Food); poi, il "salam 'd patata", in cui all'impasto di carne di maiale vengono aggiunte patate lessate e poco sangue suino; caratteristici sono i "salam 'd vaca", cioè di carne bovina, i "salam d'asu" con carne di asino e i "salam 'd l'ula", ossia conservati sotto grasso, preparati con carne suina, sale, pepe e, a volte, vino rosso.
salumeriaMoroni-salumi.jpgSalumi e formaggi della Salumeria Moroni di NovaraIn tema enoico si distinguono due aree viticole piantate principalmente a nebbiolo ed erbaluce, denominate Coste della Sesia e Canavese, conosciute per i borghi storici di produzione come Vigliano e Castellengo, e per le DOC rinomate come Bramaterra, Lessona, Coste della Sesia, Boca, Fara, Colline Novaresi e Canavese, e DOCG quali Gattinara, Ghemme e Erbaluce di Caluso.
San Gaudenzio Novara.jpgLa Basilica di San Gaudenzio a NovaraSi raggiunge poi la vicina Novara. Percorrendo il basso Novarese, il tratto più distinguibile è rappresentato dalle vaste risaie che disegnano il paesaggio come un mare a quadretti. Qui la coltivazione e la produzione di riso - varietà Carnaroli e Venere in primis - sono elemento della storia e della cultura locale. Come la ricetta più famosa creata con questo ingrediente, la Paniscia, preparata con fagioli borlotti, verza e salsicce locali. Tra questi ultimi, meritano l’assaggio il salame d’la doja, morbido salume realizzato con carne suina di prima scelta, sale, pepe, aglio e vino rosso, lasciato stagionare sotto strutto fuso per circa dodici mesi in una doja, recipiente in terracotta da cui prende il nome; il fidighin, prodotto con una lavorazione similare, ma impiegando carne e fegato di maiale. Poi ci sono il marzapane, un sanguinaccio ottenuto con il sangue del maiale, spezie e pane o patate, e il Bisecon, salame cotto a base di trippa che presenta una grana simile a quella del salame cotto.
Al Novarese iniziale maiuscola appartengono anche due eccellenze che non temono rivali: il Gorgonzola Dop, il formaggio erborinato che tutto il mondo ci invidia, e la cipolla bionda di Cureggio e Fontaneto che, grazie alla sua dolcezza e delicatezza, si presta alla lavorazione e alla produzione di trasformati. Componente principe nei ripieni di agnolotti, o in accompagnamento per insaporire e caratterizzare morbidi risotti, la Bionda sorprende anche nella versione dolce: leggere note nel cioccolato fondente o più decise nelle composte, perfette in abbinamento ai formaggi più saporiti.
Biscottini Novara.jpgi Biscottini d iNovaraFiniamo…in dolcezza con il racconto dei prodotti da forno che hanno reso famoso questo territorio: nel capoluogo, i più famosi sono sicuramente i Biscottini di Novara (conosciuti anche con il nome di Camporelli, dal celebre biscottificio novarese in cui vengono prodotti dal 1852), ma sono assai apprezzati anche il Pane di San Gaudenzio, i Brutti ma buoni e le Ossa da mordere di Borgomanero. E poi il Gramolino di Galliate, di forma e dimensioni ben precise, lungo circa 20 cm e la cui ricetta prevede zucchero, farina, burro, uova, uvetta, una rigorosa lievitazione biologica, una lucidatura all'uovo ed una copertura di zucchero granulato; infine, le Beatine di Ghemme, i Biscotti al Ghemme Docg, i Baci di Fara e le Margheritine di Orta.

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