Serietà degli agricoltori di Koriyama, prefettura di Fukushima
Per fare bene qualsiasi prodotto agricolo e, più di tutti, il sakè, la prima cosa che ci vuole è un’acqua buona. Anzi l’acqua di un territorio è spesso il riflesso dei suoi abitanti. Dove scorre un’acqua limpida si può trovare non solo maggior ricchezza di cultura enogastronomica, ma anche più gente che sa vivere con onestà.
A ovest della città di Koriyama nella prefettura di Fukushima si trova il Lago di Inawashiro, noto per la purezza della sua acqua. La sua superficie sembra uno specchio per cui è soprannominato “il Lago dello specchio del cielo”. Invece a ovest si estende la catena dei Monti di Abukuma e a nord il maestoso Monte Adatara. Questo vuol dire che il territorio della città di Koriyama è una specie di bacino in cui fa caldo d’estate e gelido d’inverno, quindi il clima cambia ad ogni stagione. Ma ciò che conta è il freddo invernale. Il freddo duro porta un gran gusto ai prodotti agricoli. All’inizio di novembre quando abbiamo visitato Koriyama era il momento di passaggio dal tardo autunno all’inverno. Vedere un cielo azzurro sereno così alto era una garanzia della limpidezza dell’aria.
Il territorio di Koriyama è, sia per le caratteristiche naturali che per la sua storia, destinato ad avere l’agricoltura come forma di sostentamento principale e la sua gente a spendere l’inesauribile sudore sui campi. La sua maggior prosperità si ebbe all’inizio del periodo di Meiji (la seconda metà del ‘800) grazie al grande progetto, direttamente gestito dallo stato, per la canalizzazione dell’acqua pulita dal Lago di Inawashiro verso la Pianura di Asakano e nel frattempo con il completamento del Canale di Asaka, uno dei tre più grandi del Giappone. Così finalmente Koriyama fu sistemata dal punto di vista ambientale a favore dell’agricoltura, con la possibilità di usufruire dell’acqua del Lago di Inawashiro che arrivava attraversando la montagna. Favorita dalla qualità del terreno e dalle caratteristiche climatiche, Koriyama divenne uno dei posti più vocati alla coltivazione del riso. Tuttavia, a causa della diminuzione del consumo di riso, in progressiva discesa anno dopo anno e per il calo della nascite avvenuto dalla seconda metà del ‘900 in poi (partendo dalla fine dell’era di Showa a quella Heiei fino a quest’attuale di Reiwa), i risaioli giapponesi sono stati costretti a ripensare la loro idea di agricoltura.
Con questa situazione, nel 2003, a Koriyama è stato fondato un club che si chiama “Aomushi Club (il Club dei bruchi verdi). I giovani agricoltori si sono uniti per creare un marchio riconosciuto dei loro ortaggi, sfruttando al massimo le caratteristiche geologiche e climatiche di Koriyama
“Come ragionano i consumatori quando devono scegliere una verdura da acquistare?”
Il leader del “Koriyama Brand Yasai (Ortaggi di Koriyama Brand) è Koichi Suzuki, rappresentante di Suzuki Nojo (Tenuta Suzuki) & Ito Shubyoten (Vivaista Ito). Lui, terza generazione di una famiglia di risaioli, ha abbandonato il riso e ora ha un’esperienza di più di 30 anni nella coltivazione di ortaggi. Suzuki, mentre lavora in campagna, pensa costantemente a “come ragionano i consumatori quando devono scegliere una verdura da acquistare”.
Koichi Suzuki, rappresentante di Suzuki Nojo e Ito Shubyoten.
“In Giappone in qualsiasi angolo di vendita delle verdure si vedono carote, daikon, cavoli e cavoli cinesi che hanno sempre la stessa faccia e nessuno mette questo in discussione. Sono dell’unica varietà adatta ad una lunga conservazione e hanno la stessa misura e la stessa forma, perché devono essere comodi da confezionare in una scatola o facili da trattarle in un negozio. Ma queste sono le preferenze del mercato e di distributori e negozianti, ma nulla di questo è stato scelto per soddisfare i consumatori.
Allora cosa desiderano i consumatori quando acquistano le verdure? Ciò che desiderano è che siano fresche, sane e buone. Niente altro. Per questo gli orticoltori devono impegnarsi soprattutto a coltivare verdure buone, non necessariamente quelle più comode da spedire lontano. Farle assaggiare prima di tutto alla gente del posto appena vengono raccolte, quando sono più fresche e facili da apprezzare, altrimenti non ha senso. Desideriamo aumentare il numero di clienti affezionati alle verdure di “Koriyama Brand” solo per la loro bontà e che le cerchino fra le altre per la garanzia del loro nome. Ecco questo è l’unico e più importante ragionamento che ci deve guidare nella coltivazione delle nostre verdure qui.”
Per di più Suzuki, oltre ad essere un orticoltore, è anche un commerciante professionista di semi e piante. Deve saper scegliere la varietà giusta secondo le caratteristiche del terreno, è quasi un sommelier delle varietà.
“Prendiamo per esempio le carote. Oggi in Giappone ne esistono circa 400 varietà. Già solo a dare un’occhiata al colore ci sono quelle arancioni, gialle, viola, bianche così via, tra cui, se devo selezionare la varietà più adatta ad un terreno, è come trovare un ago in un pagliaio. É impossibile farlo da solo, ma insieme ai compagni sì. Qui a Koriyama ci sono degli agricoltori che conoscono veramente il loro mestiere, così, dandoci una mano tra di noi, scegliamo la miglior varietà in assoluto, con l’unione di tutte le nostre esperienze e conoscenze e la facciamo crescere. Ecco, per questo vale la pena creare un marchio riconosciuto e proporlo ai clienti con convinzione.
I nostri visitatori questa volta a Koriyama sono Marco Garcia del ristorante messicano “Los Tacos Azules” di Sangenjaya di Tokyo (al centro) e Jyo Takasaki del locale specializzato di sake caldo e di cucina giapponese “Joe’sman2” (a destra). Con attenzione alla spiegazione di Suzuki i due sgranocchiano cavoli cinesi o carote di diversi colori.
Coltivando con molta cura una specie particolare di verdure ogni anno per individuare il giusto metodo di coltivazione, sono nate le verdure “Koriyama Brand Yasai”, partendo da edamame (soia) dolce e profumatissima “GreenSweet”, mais “Toumigimaru” che sprigiona il suo profumo appettitoso quando viene arrostito fino alla carota “Gozen Ninjin” dal gusto fruttato e piacevole da mangiare anche cruda. Non solo dalla città ma anche da fuori, da Aizu, città vicina o dalla città di Fukushima se no da Iwaki o Tamura arrivava la gente al punto vendita o al mercato a cercare queste verdure e i clienti affezionati aumentavano in continuazione. Suzuki e gli altri del gruppo percepirono in quel momento che le cose stavano iniziando a funzionare.
La bontà e la sicurezza del cibo devono essere messe in evidenza e valutate obiettivamente
Per l’agricoltura, il terremoto e il maremoto di Tōhoku del 2011 furono una tragedia oltre ogni immaginazione: anche dove non c’erano problemi di sicurezza sulle verdure prodotte, i danni reputazionali sono durati a lungo e la gente si rifiutava di mangiarle. Allora il gruppo guidato da Suzuki, in collaborazione con la Camera dei Giovani Agricoltori di Koriyama, ha fondato una nuova organizzazione chiamata “Koriyama Brand Yasai Kyogikai” (Consiglio per la valorizzazione del marchio delle verdure di Koriyama) allo scopo di promuovere i prodotti della loro terra. “In effetti l’immagine delle nostre verdure era stata così danneggiata da renderci quasi impossibile la continuazione dell’agricoltura. Proprio per questo ci tenevamo a rendere evidente la realtà. Abbiamo pensato di visualizzare il valore vero in dati numerici, non solo la sicurezza del cibo ma anche le proprietà del gusto: la dolcezza, la profondità e la piacevolezza. Abbiamo fatto analizzare le nostre verdure sia dal punto di vista nutrizionale che organolettico e abbiamo evidenziato i numeri in modo chiaro, sotto gli occhi di tutti.”
Man mano che continuavano questa lotta qualche consumatore ha cominciato ad assaggiarle e poi hanno cominciato a cercarle per il marchio e alla fine sono diventati gli stessi consumatori a testimoniare la qualità vera delle loro verdure. Oggi il marchio di Koriyama propone 13 tipi di verdure che si possono trovare al loro punto vendita, nei vari mercati e quando organizzano degli eventi, tipo corsi di cucina o punti di incontro BtoB. Ogni anno poi partecipano al mercato dei contadini di Aoyama, Tokyo per poter vendere ai cuochi o agli intenditori della città capitale. Una notizia bella è che Tomoya, la quarta generazione della famiglia Suzuki, ha deciso di diventare agricoltore; così il padre insieme al figlio sta cominciando a progettare la fase successiva della sua attività con un occhio al futuro.
“Ora siamo interessati alla coltivazione di mais. L’anno prossimo proveremo magari una nuova varietà adatta a fare tacos.” Dice Suzuki. E Tomoya, suo figlio (quello più a destra) aggiunge “Il mese prossimo andrò in Messico anche per vedere i campi di mais! Marco san, vorrei chiederle qualche consiglio.” Le sue parole hanno reso contento Marco. (quello più a sinistra).
Anche io stesso faccio parte della natura. Fare agricoltura significa semplicemente vivere.
Kiichi Sato de “La Tenuta Kelp (Kelp Nojo)”.
L’esperienza del terremoto gli ha dato l’occasione di rivedere il suo approccio all’agricoltura. Dice così Kiichi Sato della Tenuta Kelp (Kelp Nojo). Ha lasciato un allevamento di 24mila galline per imparare a convivere con la natura partendo da zero e il punto dov’è arrivato è la pratica di un’agricoltura naturale con riproduzione in proprio della semenza.
Nel 2018 ha ripreso anche l’allevamento delle galline. “Tuttavia sia il numero dei polli che l’ambiente sono completamente diversi. Li allevo dandogli meno stress possibile, costruendo un giardino molto ampio e grandi pollai dove le galline possano vivere più liberamente.”
Le galline, che possono passare liberamente tra il pollaio e l’esterno, sembrano felici. Sopra la parte all’aperto sono tesi dei fili di lenza e le stesse finestre dei pollai hanno una larghezza tale da non permettere a falchi e corvi di passare. Così gli uccelli nocivi hanno capito che è un posto dove l’accesso è vietato e non vengono ad attaccare le galline. Lasciano crescere le erbe in giardino anche per creare posti dove nascondersi dai cinghiali; così, mentre queste bestie fanno casino, le galline se ne stanno tranquille. I cinghiali vengono a cercare lombrichi scavando la terra. Ma, se si mette l’acqua nel solco scavato, i cinghiali non ci vengono più. Falchi, corvi e cinghiali non sono più nocivi ma diventano compagni di vita.
Dalle fragole mature si sprigiona una fragranza come un’essenza concentrata.
Le fragole coltivate da Mitsuhiro Ozawa della “Tenuta Ozawa (Ozawa Noen)” non si trovano a Tokyo. Sono gustosissime e piene di polpa. Hanno una fragranza da profumo e, oltre alla dolcezza intensa, una lieve acidità e sono sugose. Ne abbiamo sentito parlare e volevamo che le spedisse invece l’acquisto in loco è fondamentale e il motivo è assai semplice.
Mitsuhiro Ozawa della “Tenuta Ozawa (Ozawa Noen)”
“Sono un coltivatore di fragole quindi è chiaro che vorrei che i clienti assaggino le mie fragole nella condizione migliore. Per questo io aspetto a raccoglierle fino al momento massimo della maturazione, quando sia il gusto, che la dolcezza e il profumo diventano supremi. Ho deciso così. Tuttavia le fragole in piena maturazione non sopportano un lungo viaggio. Per questo ho scelto solo la vendita diretta.” Dopo l’esperienza del terremoto ha riorganizzato sia la coltivazione in serra che all’aperto in modo drastico e ha introdotto una maggior conoscenza e impianti di avanguardia. Così coltiva le fragole con onestà, aspettando la piena maturazione.
Risanare le colline rovinate vicine ai villaggi allevando i maiali.
Setsuko Furuya de “La Tenuta Furuya”
300 anni dalla fondazione. Setsuko Furuya, 15ma generazione e amministratrice delegata, de “La Tenuta Furuya ( Furuya Noen)” è una donna piena di vitalità e non riesce mai a stare ferma. Nel 2009 si è messa a fare un allevamento di maiali, una vera rarità nella città di Koriyama. Prima di tutto perché ama gli animali ma anche perché, a causa della diminuzione della popolazione, le colline vicine ai villaggi venivano lasciate incolte e questo le ha fatto venire in mente di allevare i maiali allo stato brado. “Di maiali non ne sapevo nulla ma le circostanze mi hanno portato a questa soluzione.”
Purtroppo l’anno successivo all’avvio della sua attività ci fu un’epidemia di afta epizootica nella prefettura di Miyazaki (che fece calare gli acquisti di carne di maiale anche se Miyazaki si trova 1300km a sud della prefettura di Fukushima) e poi il terremoto e il maremoto del Tohoku del 2011. Questi danni reputazionali hanno causato il calo del prezzo ma, quando è riuscita a risolvere con fatica questo problema, man mano veniva apprezzata sempre di più la qualità della carne di questi maiali allevati senza stress. Oggi vengono forniti anche ai ristoranti fuori città. Gli amatori di “Sato no hobokubuta” (maiale allo stato brado del villaggio) sono sempre in aumento.
L’obbiettivo dell’agricoltura è unire persone, territorio e ambiente come in un cerchio.
Kiyomi Suzuki de “la Tenuta Suzuki (Suzuki Noen)”.
“Non sapevo che potessero essere così buoni questi funghi nameko coltivati a casa mia”. Quando, dopo la laurea, era indeciso se subentrare nella Tenuta Suzuki ( Suzuki Noen) o no, ciò che ha spinto Kiyomi Suzuki è stata la bontà emozionante dei jumbo-funghi nameko fritti. “Mio padre ha dedicato 40 anni partendo dalle ife per ottenere questo gusto con la coltivazione dei jumbo-funghi. E il loro gusto piace anche ai vicini, non solo a me.”
Trova affascinante un’agricoltura che possa dare una felicità alla gente e ora, insieme a suo padre, s’impegna a coltivare i funghi nameko e le altre verdure “Koriyama Brand Yasai”. Dice “Mi piacerebbe unire come in un cerchio persone e territorio portando avanti un’agricoltura che sia rispettosa dei rapporti umani e dell’ambiente.”
Vogliamo diventare una cantina che salvaguarda le risaie giapponesi
“Niida Honke”, cantina di sakè, è stata fondata nel 1711. Utilizza l’acqua che sgorga a Tamuracho nella città di Koriyama e continua a vinificare il suo sakè da 300 anni. Il motto mantenuto fin dal periodo della fondazione è “il saké deve essere una bevanda che fa bene per la salute”. Per la vinificazione del loro sakè viene utilizzato riso naturale senza sostanze chimiche e insetticidi. Per di più da 6 anni s’impegna a utilizzare lievito naturale per riprodurre il lievito madre, cioè il metodo “kimoto zukuri”, allo scopo di far sentire la vera bontà del saké. Yasuhiko Niida, della 18ma generazione della cantina dice “vorremmo essere una cantina che salvaguardia le risaie del Giappone”. Non sono pochi quelli che diventano loto fedeli clienti non solo per la qualità di “Niida Shizweznshu (Saké naturale di Niida) ma proprio per il loro approccio alla produzione del saké.
Da “Joe’s man2” il locale dello chef Katasaki che è originario di Fukushima viene trattato il saké di Niida Honke e quando viene organizzato un evento dedicato ai saké di Niida Honke, Takasaki stesso fa la parte di colui che si occupa di scaldare il saké, il cosiddetto “Okanban”. Anche nel giorno della nostra visita a sorpresa Takasaki ha offerto la sua partecipazione da Okanban invece Yasuhiko Niida e la padrona Maki Niida hanno dedicato tutto il loro tempo a spiegare bene le caratteristiche dei vari saké.
DATA
Agricoltori di Fukushima
◎Koriyama Brand Yasai (Verdure di Koriyama Brand)
https://brandyasai.jp/
◎Suzuki Nojo (Tenuta Suzuki) & Ito Shubyoten (Vivaista Ito).
http://suzukiitou.main.jp/ ◎Kelp Nojo (La Tenuta Kelp)
https://kelp.jp/business/kelpfarm/
◎Ozawa Noen
◎Furuya Noen (di maiali allo stato brado)
http://www.furuyanouen.net/
◎Suzuki Noen /Madoka Saien
https://www.jumbo-nameko.co.jp/
◎Niida Honke Cantina di saké)
https://1711.jp/
I ristorante di due chef
◎LOS TACOS AZULES
https://www.lostacosazules.jp/
◎JOE’SMAN2
https://www.joesman2go.com/
text by Saori Bada
photographs by Junichi Miyazaki
福島県郡山市で出会った、まっすぐな農の仕事人たち
農産物も酒も、肝心なのは水。いや、人間もだ。だから清らかな水が流れる土地では、豊かな食の文化が育まれ、まっすぐな人達が暮らす。
福島県郡山市の西には、水の美しさで有名な猪苗代(いなわしろ)湖がある。湖面はまるで、天を映す鏡のよう。はるか昔からそう称えられ、「天鏡(てんきょう)湖」とも呼ばれている。東には阿武隈山地が広がり、北には安達太良(あだたら)山が悠然と構える。つまり、郡山は盆地のような地形だ。夏は暑く、冬は寒いと四季がはっきりし、なかでも大切なのは冬の寒さ。しっかり寒いということは、農作物に味がよく乗るということ。11月初旬に訪れた郡山は、そろそろ秋から冬に移り変わろうとしていた。よく晴れた空はすっきりと青く高く、空気は冷たく澄んでいた。
郡山という土地は、自然環境はもちろん、歴史から見ても農業が主産業になるべく多くの人が汗した土地だ。本格的な幕開けは明治初期。清らかな猪苗代湖の水を、郡山市を含む安積野(あさかの)原野にくまなく引くという、国直轄の大灌漑事業がそのはじまり。やがて日本三大疏水のひとつである安積疏水(あさかそすい)が完成し、郡山は山を越えて流れてくる猪苗代湖の水を得て、いよいよ農業の環境が整った。土壌の良さや気候にも恵まれ、郡山は日本有数の米どころとなる。しかし、毎年加速する全国的な米消費量の減少に少子化も重なり、日本の米農家は昭和の後半から平成、令和と、米以外の新しい農業の在り方を迫られることになる。
そんな中、2003年に郡山に「あおむしクラブ」というチームが生まれた。若手農家が集まり、郡山の地質や天候を最大限に生かして、味に特化したブランド野菜を作るべく立ち上がったのだ。
「お客さんは何を考えて野菜を選ぶのか」
『郡山ブランド野菜』作りを牽引しているのは、鈴木農場・伊東種苗店代表の鈴木光一さん。米から野菜に転換した農家の3代目で、もう30年以上、さまざまな野菜を作ってきた経験がある。そんな鈴木さんが畑でいつも考えているのが「お客さんは何を考えて野菜を選ぶのか」だ。
「野菜売り場はいつの間にか、全国どこでも同じ顔のにんじんや大根、キャベツや白菜が並べられ、それが普通になってしまった。箱に詰めやすい大きさや形、店頭で扱いやすく長持ちしやすい品種などは、流通や市場、売り場での事情を最優先にしてきた結果であって、決して消費者の希望ではない。じゃあ、お客さんは何考えて野菜を選ぶのか。みんなが本当に欲しいのは、新鮮で健康的な、味のいい野菜だ。これに尽きる。だからこれからの野菜農家は、味にこそこだわって作っていくべきだと考えた。遠くに送るのに便利な野菜ではなく、まず地元の人に採れたてを味わってもらい、地元で評価されなければ意味がない。そして、純粋に味わいの良さだけで『郡山ブランド野菜』のファンを作り、指名買いしてもらえるようになりたい。それこそが、僕たちが野菜を作る唯一にして最大の理由です」。
しかも鈴木さんは、野菜を作る農家でありながら種や苗を扱う専門家でもある。どんな土壌にどんな品種を育てるべきかを吟味する品種選びのソムリエ的立場であり、プロだ。
「例えばにんじんひとつとっても、いま日本には400近い品種があります。色だけでも、見慣れたオレンジから赤、黄色、紫、白とさまざま。その中から試験栽培してたった1種類を選び抜くというのは、藁山から針を探し出すほど根気のいること。一人じゃとても無理です。だけど、仲間がいればできる。ここ郡山には気概を持った農家がたくさんいますから、皆で協力して、自分達の持つ最新の知識やこれまでの経験を通して渾身の1種類を選び、育てます。だからこそ、ブランド化するだけの価値ある味が生まれるし、自信を持って勧めることができる」。
こうして毎年1種類ずつ品種を吟味し育て方を研究しながら、『郡山ブランド野菜』は生まれた。甘みと香りの高い枝豆「グリーンスウィート」から始まり、焼くと香ばしさが際立つとうもろこし「とうみぎ丸」、フルーティーな甘さで生でも楽しめるにんじん「御前人参(ごぜんにんじん)」などが次々と誕生し、地元はもちろん、近郊の会津や福島、いわきや田村などからも、野菜を求めて直売所やマルシェを訪ねる人が増えていった。鈴木さん達は、十分な手ごたえを感じはじめていた。
おいしさと安全を可視化し、客観的に評価する
だから2011年に起こった東日本大震災は、とてつもなく厳しい試練だった。風評被害が長引き、実際に出来上がった農作物の安全性には全く問題がなくても、なかなか食べてもらえない。そこで鈴木さん達は、すぐに郡山農業青年会議所と新組織「郡山ブランド野菜協議会」を設立し、野菜作りをさらに進化させることにした。「イメージや風評の被害に苦しんで、農業を続けられないかもしれないという瀬戸際まで悩んだ私達だからこそ、こだわったのは真実です。野菜の安全性だけでなく、味に関わる部分も数値化し、真実を可視化しようと考えた。甘い、コクがある、風味がよいなど感覚的な味の評価も、栄養成分や味覚の両面から分析して数値化し、誰が見ても明確な事実にしました」。
こうした取り組みを重ねるうちに、実際に野菜を食べてファンになった人達が指名買いするようになり、品質の確かさを証明してくれるようになった。現在では13種類まで増やし、直売所や郡山のマルシェ販売はもちろん、試食商談会、料理研究会など、『郡山ブランド野菜』を知ってもらう場を作り、年に数回は東京・青山のファーマーズマーケットにも出店して在京シェフやファンにも販売している。さらに、鈴木農場には数年前からは4代目となる息子の智哉さんが就農し、親子で未来を描く新たなステージに入っている。
自分もまた自然の一部。農業とは、生きること
震災を機に、農業の考え方を一から見直したのが「けるぷ農場」の佐藤喜一さん。それまで行っていた2万4千羽の養鶏から一度離れ、自然とともに生きるとはどういうことかを学び直した。自然栽培の農業に辿り着き、自家採種による固定種を育成している。
2018年からは養鶏を再開。「ただし以前とは育てる数も環境も全く違います。できるだけ鶏にストレスを与えずに育て、広い庭と自由に過ごせる鶏舎を立てて見守っています」。
香水のように香り立つ、完熟いちご
「おざわ農園」の小沢充博(おざわみつひろ)さんのいちごは、東京では買えない。味が濃くて果肉が緻密、香水のような香りとしっかりした甘さ、優しい酸味があり、瑞々しい。地元での評判を聞くとぜひ送って欲しいと思うのだが、直接販売が基本だ。理由はシンプル。
「いちごの生産者としては、できるだけおいしいいちごをみなさんに食べて欲しい。そのためには、味がのって糖度も香りも最高に膨らんだ、完熟の状態まで待ってから収穫しよう、そう決めたんです。ただし完熟いちごは果肉がデリケートで流通には耐えられない。だから直接販売という方法を選びました」。震災を機に、土作りやハウスの環境作りを徹底的に見直し、最先端の知識と設備を導入。まっすぐな気持ちで、完熟いちごを作っている。
荒れた里山を、元気な豚で復活させたい
創業300年、15代続く「ふるや農園」の代表取締役である降矢セツ子さんは、動きを止めないバイタリティーの塊のような人。2009年には郡山では珍しい養豚に乗り出した。もともと動物好きというのもあるけれど、人が減り、どんどん荒れていく里山をなんとかしたいと考えて豚の放牧にいきついた。「豚のことなんか何も知らないのに、勢いで始めたんです」。
ところが、スタートした翌年宮崎県で家畜の伝染病口蹄疫が発生し、翌年は大震災。風評被害などで豚の値も下がったがなんとかしのぎ、次第にストレスなく育った豚の味が評判となりだした。最近は、市内外のレストランに精肉として出荷されることになり、「里の放牧豚」のファンはさらに増えている。
地域や環境と一体となった、輪のような農業を目指す
「自分の家で作っているなめこがこんなにおいしいとは思わなかった」。大学を出て「鈴木農園」を継ぐか悩んでいたときに、鈴木清美さんの背中を押したのは、お父さんが作ったジャンボなめこのフリットを食べたときの感動だった。「きのこ栽培を40年以上手掛ける父が、菌作りから10年かけて生み出したジャンボなめこの味は、僕だけでなく、そのとき一緒に食べた周囲も喜ばせていました」。
人を喜ばせることのできる農業に魅力を感じ、今では父とともに、なめこや『郡山ブランド野菜』作りにも携わっている。「地域のご縁を繋げ、そして環境にやさしい農業を、自分なりに考えていきたい」。
日本の田んぼを守る酒蔵になるために
日本酒の蔵「仁井田本家」は、1711年の創業。郡山市田村町に湧く天然水を使い、300年以上酒を造り続けてきた歴史がある。創業時からの蔵の信条は、「酒は健康に良い飲み物でなければならない」。仕込む酒のすべては化学肥料や農薬を使わない自然米から作られる。さらに6年前から蔵つきの酵母菌を取り込む生酛造りの酒母を使い、より米本来のうま味を感じる酒造りを志している。
十八代目当主の仁井田穏彦(にいだやすひこ)さんは「日本の田んぼを守る酒蔵でありたい」という。「にいだしぜんしゅ」の味はもちろん、酒造りの姿勢を知ってファンになる人は多い。
DATA
福島の生産者たち
◎郡山ブランド野菜
◎鈴木農場/伊東種苗店
◎けるぷ農場
https://kelp.jp/business/kelpfarm/
◎おざわ農園
◎里の放牧豚 ふるや農園
◎鈴木農園/まどか菜園
https://www.jumbo-nameko.co.jp/
◎仁井田本家
福島を訪問したシェフ達の店
◎LOS TACOS AZULES
https://www.lostacosazules.jp/
◎JOE’SMAN2号 ジョーズマン2号
text by Saori Bada
photographs by Junichi Miyazaki