Per i vini e per la cucina
Andare ad assaggiare i vini in botte ti fa sentire un ladro. E difatti si chiama “ladra” lo strumento per prelevare dalle botti il liquido. Solo che questo servizio a me lo ha fatto Paolo Posenato, bravissimo enologo che segue questa cantina alla quale siamo in qualche modo affezionati, avendola inaugurata nel 2015 con una giornata di Golosaria. Detto questo, non voglio rubare informazioni di quello che sarà nelle prossime uscite in bottiglia, anche se anticipo che la garganega su queste altezze si esprime molto bene, e in certe annate ancor di più il pinot bianco.
Con lo chardonnay dovrebbe nascere un grande bianco, che uscirà da questa cantina, dove mi sono trovato domenica, in un ambiente dominato dalla statua del Gigante del Duomo di Milano che Massimo Gianolli ha adottato, finanziandone il restauro con alcune bottiglie del suo vino.
Massimo Gianolli con la statua del Gigante del Duomo di MilanoE se in Valpantena stanno progettando un grande Bianco, lo stesso sarà per il Rosso, che vede un uvaggio classico più uva di teroldego. Dico solo che le note dei frutti sono molto intense, così come la mineralità. Ma quello che emerge è sempre il quid della Valpantena, certificato anche nell’ultima degustazione delle Anteprime a Verona dove i campioni delle cantine della zona (anche Bertani, Costa Arente e Corte Figaretto) spiccavano per la finezza.
Nella nostra Notizia del Giorno abbiamo già parlato del millesimo 2019 del Valpolicella superiore “Peratara”, ma se vi fidate aspettatevi sorprese anche dal 2020 e dal 2021 che risposano in botte e già esprimono franchezza di frutto e spezie. Detto questo, l’Amarone “Ciliegio” è stato oggetto di una bella verticale, con un 2018 fruttato, un 2017 croccante che aveva quella sua personalità di erbe aromatiche e rabarbaro, mentre il 2016 è stata un’esplosione di polpa, in bocca, con una finezza lunga che trasportava tutto il valore minerale di questa terra. Grandioso! Più caldo e di frutta che va verso la confettura era il 2015, mentre la riserva “Armando Gianolli” ha bisogno di ancora un po’ di tempo per trovare il suo equilibrio.
Che dire? In questa Collina sembra di trovarsi ogni volta in un laboratorio dove anfore, uova di cemento, botti grandi e poi barrique cercano di far risaltare quel quid della Valpantena che è ormai oggettivo. Lo dico e lo scrivo, non solo per aver avuto la fortuna e l’onore di codificarlo in una mitica degustazione coi produttori due anni fa, ma per invitare anche i colleghi a porre attenzione a un fenomeno che, fra l’altro, sta portando in questa area nuovi investimenti. E, c’è da crederci, viste le altezze dei vigneti che sono sotto ai miei occhi. Finito dunque il capitolo vino, con la soddisfazione di aver toccato con mano cosa significa l’espressione di un cru fra i 550 e i 570 mslm (“Peratara”), prodotto in 9 mila bottiglie. (Questa la nostra entusiastica descrizione: “ci ha subito conquistati, anche perché conferma la nouvelle vague del Valpolicella, e quindi la caratteristica della Valpantena che abbandona la strada dei muscoli a tutti i costi per puntare al contrario sulla finezza. Questo campione infatti colpisce fin dal colore intenso, vivo, che corrisponde a un naso di grande raffinatezza e pulizia. Si percepisce distintamente la noce su fondo di frutta rossa matura con note speziate che ritroveremo poi nella lunga persistenza. In bocca è pieno, elegante, fresco con un'acidità esaltata dalla sottile trama tannica”), andiamo a quello della tavola.
Ca' del Moro è il ristorante della Collina dei Ciliegi, che vede ai fornelli Giuseppe Lamanna, con sua moglie Lina Maffia. Calabresi di origine, hanno fatto un salto in avanti assolutamente oggettivo dopo la mia ultima visita di un anno fa e la strada verso la corona radiosa è ormai segnata con convinzione.
Giuseppe Lamanna e Lina MaffiaDei nostri assaggi ecco l'entrée composta da: sfera di ceci e pomodoro disidratato, bignè al carbone con zucca e barbabietola, brodo vegetale, cialda di frumento e cipolla di Tropea caramellata.
Fra gli antipasti un geniale spaghetto di sedano rapa, pesto di rucola e pane arrostito
e poi radicchio, mirtilli, girasole, menta selvatica e cioccolato bianco, che segnano a mio avviso la padronanza di La Manna nel giocare con la creatività.
Fra i primi (prezzo medio € 22) è stata una sorpresa il Carnaroli Meracinque all’Amarone, mandarino e alloro, ma attenzione: non fatevi sfuggire per nessuna ragione al mondo lo Spaghettone all’uovo trafilato al bronzo con la ‘nduja e ristretto di pomodorini che è la fine del mondo, servito come pre-dessert.
Arrivati ai secondi (prezzo medio € 27), altro piatto assoluto e imperdibile è l’agnello di pecora Brogna con cardoncello e cappero, oppure, fra le scelte di mare, seppia e trota salmonata, bietola dell’orto e riduzione di pesce.
Fra i dolci: mousse al fondente criollo, nocciole tostate e rum; la “nostra" cheesecake ai lamponi selvatici;
Mela, mandorla e Maciòn (€ 12) e praline della deliziosa piccola pasticceria.
Un’esperienza di gusto veramente alta, ancor più abbinata ai vini della maison.
LOCANDA CA’ DEL MORO WINE RETREAT
LA COLLINA DEI CILIEGI
Località Erbin, 31
Grezzana (VR)
Tel. 045 9814900