La pizza di famiglia e l’incontro con le farine Petra
Ci sono le pizze e poi ci sono le pizze dell'Archestrato di Gela di Pierangelo Chifari.
A Palermo, nell'arteria centrale della città in via Notarbartolo e da poche settimane a Monreale, nel prestigioso percorso arabo-normanno patrimonio Unesco, laddove Gugliemo II rese omaggio a Cristo Pantocratore in un tripudio di mosaici che il mondo ammira con stupore. Le pizze di Pierangelo Chifari, classe '86, si fanno “gioco” del convenzionale, del già detto e degustato e “giocano” con l'armonia dei colori in primis, nell’accattivante” vestito” che conquista l'occhio e regala poi al palato l'esperienza di una pizza fuori dall'ordinario perché “amo stupire - dice - con umiltà”.
La stessa che aveva da bambino quando restava affascinato a guardare mamma Adriana che sul tavolo della cucina di casa con farina, lievito, acqua e un pizzico di sale dava il via alla magia della pizza. Lui guardava rapito mentre inseguiva i suoi sogni da ragazzo. Il cinema, che studia al DAMS (Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo) alla Facoltà di Lettere dell'ateneo palermitano che gli dà l'opportunità di lavorare viaggiando e di creare “emozioni” con immagini e luci.
D'altronde la creatività è nel DNA di famiglia con papà Edoardo che ha realizzato, conquistando un successo internazionale, la prima (e finora unica) sfilata di moda sull'iconica scalinata del Teatro Massimo mentre la moglie Adriana, “mancata architetto” la definisce il figlio Pierangelo, "è un'artista a tutto tondo", in cucina, con i pennelli e nella cura dei dettagli degli arredi di interni. Giordana, la figlia maggiore, segue la scia artistica specializzandosi in cake design e l'apertura della gelateria pasticceria di il “Signor di Carbognano”, tappa obbligata per palati gourmet, segna la svolta dell'attività imprenditoriale.
“Tra una trasferta in un locale e l’altra - racconta Pierangelo al chiaro della super luna che illumina il cielo di Monreale con vista mozzafiato dal suo locale, un'ex cabina elettrica sapientemente trasformata, sulla Conca d' Oro e il golfo di Palermo - inizio a pensare che forse con la mia famiglia avremmo potuto dare vita ad un'attività di ristorazione”.
Nel 2016, accanto la pasticceria, inaugurano, l”Archestrato di Gela”, formula colazione e bistrot che va a gonfie vele. "A non decollare - confessa Pierangelo - è la cena finché a dare una scossa è l'apertura della pizzeria, due volte la settimana". “Ci affidiamo a un pizzaiolo che segue i miei consigli che avevo maturato nel corso dei miei viaggi - racconta - e quella passione per la pizza che coltivavo soltanto come hobby per i miei amici, diventa prorompente”. Un campione di farina del Molino Quaglia lo convince ad adottare le farine Petra per la realizzazione delle pizze e l'incontro con Antonio D' Agostino, lo portano a mollare gli ormeggi dello studio e a buttarsi a capofitto in questa nuova passione, decidendo di frequentare l'Università della Pizza.
A 30 anni, a Pierangelo, nell'antica sede del Molino Quaglia a Vighizzolo d'Este dove è conservato il primo molino a pietra della famiglia Quaglia, gli si schiude un mondo, scoprendo tecniche e concetti, confrontandosi con i grandi maestri dell'ars bianca. Curioso com'è, si entusiasma, si appassiona e soprattutto capisce che il piatto simbolo del made in Italy nel mondo, “è il fulcro delle emozioni da far vivere ai miei ospiti - dice - in un contesto elegante, curato, con un servizio attento in grado di raccontare e soddisfare non solo le esigenze del cliente ma anche le sue curiosità”.
“C'è studio, tanto lavoro - dice Pierangelo - e soprattutto la ricerca delle materie prime d'eccellenza che attingiamo nel ricco patrimonio di biodiversità dal Nord al Sud del Bel Paese, il rispetto della stagionalità”.
Le pizze di l'“Archestrato di Gela”, in omaggio al poeta siciliano, il primo food writer ante litteram, così potremmo definirlo, hanno i nomi dei quartieri della città di Gela, nella provincia nissena, culla della Magna Grecia.
Ricca la proposta gastronomica di pizze con farina di tipo 1 macinata a pietra Petra Molino Quaglia, tra cui l'iconica Piano Mendola Dop, insieme agli sfincioni, delle due tipologie, rosso e bianco e i fritti tra cui l'imperdibile supplì con panatura grossolana che gli dà un quid di croccantezza in più con il pane prodotto da Pierangelo.
Nelle sue 14 pizze, “sposa” felicemente, come nella sua “Cocuzza”, il tonno di Cetara con la mozzarella di bufala Campana Dop e, tra gli altri ingredienti, l'origano di Villalba mentre il Tricolore trionfa nella “Carrubbazza”, con bresaola della Valtellina, il datterino giallo e rosso e, tra gli altri, la bufala Campana Dop.
Etico e sostenibile il mood di Pierangelo Chifari che ha aderito alla Campagna di Addio Pizzo e ha “adottato” due ettari della filiera certificata del programma di “Adotta un raccolto”, lanciato nel 2020 da Petra Evolutiva. Nasce dall'incontro con Giuseppe Li Rosi, custode dei semi antichi nell'agro di Raddusa, nella provincia etnea e la famiglia di mugnai Quaglia con l'obiettivo di preservare saperi, sapori e ambiente.
Dal gusto morbido, mai invasivo, ma di carattere, le pizze dell'Archestrato di Gela lasciano un'emozione. Quella di sentirsi parte di una grande famiglia. “Il nostro - dice con orgoglio Pierangelo che ad ottobre si laurea con una tesi sulla psicologia del cinema e nel frattempo è diventato papà di due gemelli - è un progetto di famiglia dove ciascuno, con le proprie responsabilità, fa squadra”. E, of course, i dessert sono firmati da Giordana Chifari.
Archestrato di Gela
Palermo - via Emanuele Notarbartolo, 2/F
Monreale - via B. D’Acquisto, 25
tel. 0916258983