La sosta di Paolo Massobrio alla trattoria Da Maria di Zanco di Villadeati
Pensa la cabala: il 4 gennaio di 10 anni fa, in quattro, eravamo ai tavoli di questa osteria sperduta fra le colline del Monferrato: da Maria a Zanco di Villadeati (via Roma, 131 – tel. 0141 902035 ). E quella sera concepimmo Golosaria fra i castelli del Monferrato. Ieri sera, il medesimo giorno, ci sono tornato insieme a Claudio e Motoko Iwasaki, per concepire nuovi progetti, che daranno sicuramente frutto nei prossimi 10 anni.
Questa trattoria è quanto di più autentico si possa immaginare. Sta al bivio fra la strada che porta ad Asti e quella che finisce in Val Cerrina. Isolata, magnifica, con posteggio interno e poi l’entrata nella sala ampia, appena rimessa nuovo. Ci sono pareti colorate, eleganza nella scelta dei bicchieri, e poi il banco bar, di fianco alla cucina dove alle 19,30 abbiamo sorpreso i fratelli Giorgio e Roberto Penna, nipoti di Maria, la cuoca fondatrice classe 1915, a fare gli agnolotti a mano aiutati da un macchinetta che ha più di cento anni. Impastano a mano, poi tirano la sfoglia e la immettono in questo aggeggio curioso e geniale da cui esce un foglio con il ripieno compreso. Ed ecco la specialità: un agnolotto quadrato, buonissimo, col ripieno delle tre carni come si usa nel Monferrato, da condire solo con burro e salvia.
Ma prima il trionfo degli antipasti: la carne cruda, buonissima, di una macelleria di Murisengo (di Murisengo anche il vino Rosso, il Murej, già top Hundred di Papillon, che produce il farmacista del paese). Superba sarà l’insalata russa, così come il vitello tonnato fatto col rotondino a caramella che contiene una salsa buonissima con un che’ di acciuga. Poi c’è il tomino fresco con una salsa di tartufo nero. Felicità! Come antipasto caldo, in mancanza dei loro peperoni con la bagnacaoda, ecco i cotechini con le lenticchie (il cotechino è sempre della somma Bottega della carne di Murisengo di via Chivasso, che fa anche un salame crudo da sballo). Di primo gli agnolotti e che altro? Mentre come secondo ti servono la finanziera, piatto antico buonissimo, fatto a dovere. Non c’era, ieri sera, quel coniglio con la patate di 10 anni, ma noi ci torneremo apposta, anche per assaggiare il bollito con la loro mostarda (fatta con uve di Alfiano Natta e mele cotogne). Si chiude in bellezza con il biancomangiare (buonissimo).
Una cena commovente, in un’osteria che entra nel novero delle soste da fare. La terza generazione ha fatto passi da gigante. E’ un nostro luogo del cuore!