Le anagrafiche
Nessuna location trovata
Italia grande assente tra le mete gourmet. Il sito Eater ha stilato una lista delle 19 città che vale la pena visitare per il cibo, ma esclude le italiane. Secondo il portale, tra le destinazioni più mangerecce spiccano George Town, imperdibile per i suoi noodles piccanti e il riso nel latte di cocco, Marrakech, per il suo arrosto di pecora cotto sottoterra e la svedese Malmo, devota alla cucina organica e ai sapori naturali. Chi ama i sapori forti dovrebbe invece programmare un giro a Milwaukee, che ha fatto dei super-calorici cibi americani la sua bandiera. (Il Venerdì di Repubblica) @ No ai frutti di mare, sì alla bunya nut, una pigna gigante il cui frutto, lasciato essiccare, crea un addensante o una farina per il pane. E poi formiche, carne locale (poca) e un’impronta principalmente vegetale. E’ la cucina di Jo Barret, la promettente chef australiana divenuta volto della “Modern Australian Cuisine”, nouvelle vague australiana che valorizza gli ingredienti nativi in un’ottica a “zero sprechi”. Ne parla Alessandra Dal Monte su Sette. @ Per il bene delle pecore, la Romania costruirà macelli. E’ il primo paese europeo per export di animali vivi, spesso trasportati su “navi della morte” in cui gli animali vengono stipati e lasciati in pessime condizioni. E ora Bucarest pensa a una soluzione. Il parlamento lavora a una legge per migliorare la protezione degli animali durante il trasporto e il governo punta a costruire in cinque anni tre grandi strutture per la macellazione così da far aumentare le esportazioni di carne e diminuire quelle di animali. (Il Venerdì di Repubblica) @ Risicoltori infuriati contro l’Europa. Dure critiche alla Commissione Ue sono arrivate da parte dei risicoltori del pavese, adirati per la decisione di escludere dai dazi il riso importato dalla Cambogia. “Ci sono sessanta giorni per presentare osservazioni all’atto adottato dalla Commissione - ha spiegato il presidente di Coldiretti Pavia Stefano Greppi - dobbiamo far valere le proccupazioni dei risicoltori, non solo italiani, cercando di coinvolgere anche altri Paesi”. (QN)
Il Brunello di Montalcino? Fa guadagnare come Google. Alla vigilia della presentazione dell’ultima annata, la 2015, il Consorzio di Tutela racconta che il valore del vino, dall’affinamento in botte alla vendita, cinque anni dopo, aumenta del 300%. “L’economia della nostra denominazione - spiega il presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci - si mantiene in equilibrio. Oggi il nostro sfuso vale il quadruplo rispetto alla crisi del 2010e l’imbottigliamento raggiunge quotazioni più che soddisfacenti”. E le vigne ora valgono più di due miliardi di euro. (Corriere della Sera) @ Barolo e Barbaresco alla conquista dell’America. I due grandi vini piemontesi si sono rivelati al pubblico degli States in occasione della prima edizione di BBWO (Barolo e Barbaresco World Opening), la grande degustazione che ha portato a New York oltre 200 produttori per presentarsi a critici, ristoratori e giornalisti. Sul Giornale ne parla Andrea Cuomo, che svela i suoi 11 migliori assaggi. @ E di Barolo parla anche Luciano Ferraro che sul Corriere della Sera racconta quello firmato da Pio Boffa e dalla figlia Federica Rosy.
Si è svolta stamane la preview del Mercato Centrale, il grande spazio che dopo le felici esperienze di Firenze, Roma e Torino porterà anche a Milano, a partire dall’8 aprile, 25 botteghe del gusto con la migliore offerta gastronomica del territorio locale, regionale e nazionale. La nuova struttura, presentata dal patron Umberto Montano in un dialogo condotto da Bruno Vespa, sarà parte integrante dell’opera di riqualificazione dell’area urbana esterna alla stazione Centrale. Gli spazi si estenderanno su oltre 4.500 metri quadrati e saranno dislocati su due piani, con 200 metri quadrati di dehor esterni e 350 addetti. “E’ una bella emozione aprire ufficialmente questo nuovo capitolo della storia del Mercato Centrale - ha commentato Montano - Anche qui a Milano il nostro progetto si fa luogo d’incontro tra il cibo buono e la cultura”. All’incontro è intervenuto anche Paolo Massobrio, rilanciando il progetto delle Botteghe della Colleganza e il prossimo appuntamento con Golosaria.
Prendono il via oggi le Cene In ComPagnia, l’iniziativa annuale con cui Club di Papillon invita a organizzare una cena con due, dieci, cento persone per condividere e sostenere i bisogni del mondo, progetti solidali che sviluppano ciò che ci sta a cuore anche in Italia. Aderendo all’iniziativa, fino al 25 aprile si potranno sostenere - con un’offerta di 20 euro - le monache trappiste di Vitorchiano, per l’avvio di un laboratorio di pasticceria in Portogallo, dove sorgerà il nuovo Monastero, e l’Associazione che in Italia fa capo al progetto “Travajo y Persona”, che ha come scopo quello di promuovere il valore del lavoro, specialmente manuale, e la dignità dell’essere umano. A questo link tutti i dettagli dell'iniziativa.
Da Niconoce (viale Col di Lana, 5/A • tel. 0236744151) di Milano. Davanti a Porta Ticinese e alla Darsena, una new entry aperta da mattina a sera di cui si sentirà molto parlare. Il merito è di Nico Nocera e Daniela Buonomo e delle loro proposte a tutta gola: dai babà salati farciti all’insalata di neretti con gamberi rossi, sedano, limone e cipolla; dagli spaghetti con cime di rapa, acciughe, aglio dolce e pane croccante al “bollito non bollito”. La sosta di Marco Gatti su ilGolosario.it
E’ il Venezia Giulia “Limine” 2018 prodotto da Terre di Ger (tel. 0434 644452) di Pravisdomini (PN). 10% di sauvignon Kretos, che dal più noto Blanc eredita la struttura e la leggera nota erbacea anche se ad emergere è la frutta tropicale, in questo caso la banana; per il restante 90% uva fleurtai che invece regala al vino persistenza gusto-olfattiva, profumi intensi di mandorla e vaniglia. La bevuta è coerente ed equilibrata, tenuta in piedi da una bella freschezza. Il finale è fruttato, che ricorda la mela.
Addio ad Alvio Pestarino, sommo vignaiolo di Capriata d’Orba (Al), scomparso improvvisamente all’età di 65 anni. Già premiato nel 2009 per il Passito Passione 2006, ottenuto da uve cortese, avevamo da poco riassaggiato tutta la sua produzione, che ci nuovamente stupito. Alla famiglia e ai figli che portano avanti il suo lavoro, le condoglianze di Paolo Massobrio e dello staff di Golosaria.