Osteria dello Strecciolo, una bella storia italianaÂ

Dai fratelli Redaelli, grande cucina e accoglienza, per un’esperienza di gusto emozionante

La Lecco del gusto s’è desta! Dopo anni di torpore, il territorio lecchese in questi ultimi mesi registra un formidabile fermento, una sorta di rinascimento, segnato dall’affacciarsi sulla scena della ristorazione della provincia, di un numero rilevante di “volti nuovi”, con l’irrompere sul palcoscenico di una generazione di giovani campioni che ha i numeri per raggiungere traguardi ambiziosi. L’indirizzo davvero prezioso, che condividiamo con voi oggi, è noto e nuovo allo stesso tempo. È noto, perché si tratta di locale che ha conquistato premi, fama e clientela da anni, essendo l’Osteria dello Strecciolo di Robbiate. Nuovo, perché ha cambiato gestione.
La proprietà ora è nelle mani di quattro giovani, dalla grande voglia di fare bene, con esperienze di valore alle spalle, ma senza quella presunzione che, ahinoi, molte volte risulta ostacolo alla crescita di chi vuole arrivare. Sono i fratelli Redaelli, con Chiara e Raffaele che sono in sala, e Roberto e Riccardo (già da Pierino Penati, Enrico Crippa, Mauro Uliassi, Matteo Baronetto e infine da Davide Palluda) ai fornelli.
Con l’umiltà di chi vuole, e può, andare lontano, hanno ritrovato sul loro cammino quel grande chef che è Stefano Riva, già loro professore all’In – presa di Carate Brianza, da un decennio patron dell’Osteria dello Strecciolo, appunto, da lui creata e portata al successo. Riva aveva visto il talento di quei ragazzi. Li aveva spinti a fare gavetta importante. Non si erano mai persi di vista. Qualche tempo fa la decisione, lui di dedicarsi a nuovi progetti, loro di subentrare al maestro, ipotizzando un periodo di serena condivisione del lavoro, per favorire al meglio l’avviamento e non sperperare quanto costruito. Sembra una storia da film. Con una trama scritta da una penna raffinata. Ma è realtà.

A differenza di chi, diventato proprietario, in modo presuntuoso dice so io come si fa, i quattro giovani moschettieri hanno rilevato il ristorante, e pur avendo talento da vendere, ora stanno effettuando il passaggio di testimone nel migliore dei modi, in armonia e in affiancamento.
Il risultato è che qui oggi è grande cucina, accoglienza, esperienza di piena soddisfazione! Seguiti in sala da Chiara e Raffaele, in modo impeccabile, a loro volta affiancati anche da quella Barbara che era già punto di riferimento negli anni scorsi, e che rimane con loro.

Dai due campioni dei fornelli, Riccardo e Roberto, avrete piatti che sono mix luminoso di tradizione e creatività, realizzati con grande tecnica, e mano ispirata. Da un menu che apre con antipasti (15 - 20 euro) e piatti di mezzo (ossia il piatto che può stare tra l’antipasto e il primo) potrete godervi gamberi rossi crudi pomodoro e basilico e le ghiotte lumache al bagnetto rosso e insalata aromatica.
Tra i primi (15 - 17 euro) qui prosegue la tradizione avviata da Stefano Riva, e anche ora se amate il risotto lo avrete in interpretazione somma, scegliendo in questo momento tra risotto con castagne e salsa di fegatini o porcini e liquirizia.
In alternativa gnocchi ripieni di gorgonzola noci e bietole.
Tra i secondi (24 - 26) un piatto del cuore, che dice del talento di Riccardo e Roberto, il formidabile piccione “Laura Peri” uva e tartufo nero. Da provare anche quella milanese della tradizione, che con la “cassoeula come piace al papà” saranno sempre l’omaggio alle radici presenti in carta, rielaborati in interpretazioni rispettose delle diverse stagioni.
Nocciole in più consistenze il dessert con cui toccherete il cielo con un dito. È una bella storia italiana. Saranno famosi!